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Cosa c’è dopo la morte?

esperienza pre morte

Gli uomini hanno mostrato sempre interesse e curiosità circa l’argomento dell’aldilà. Di quello che ci aspetta oltre la morte sappiamo davvero poco, le teorie si associano ai racconti di esperienze extracorporee vissute da chi ha avuto poi la fortuna di tornare in vita. Raramente però tali es...

Gli uomini hanno mostrato sempre interesse e curiosità circa l’argomento dell’aldilà. Di quello che ci aspetta oltre la morte sappiamo davvero poco, le teorie si associano ai racconti di esperienze extracorporee vissute da chi ha avuto poi la fortuna di tornare in vita. Raramente però tali esperienze hanno formato oggetto di studio: più spesso sono state ritenuto frutto di illusioni o allucinazioni.

Nel 2008 l’Università di Southampton ha cominciato ad interessarsi seriamente al fenomeno, coinvolgendo nello studio 2060 pazienti negli ospedali di Regno Unito, Stati Uniti e Austria. Centoquaranta di questi sono sopravvissuti ad un arresto cardiaco, ed hanno riferito alcune delle loro esperienze pre-morte. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “Resuscitation”, ma mettono in evidenza come tali fenomeni, diversi tra loro, siano ancora lontani dalla comprensione umana. Il 39% delle persone colpite da arresto cardiaco ha riferito di aver percepito l’esistenza di una coscienza post-mortem, ma non ha saputo riferire elementi dettagliati o scientificamente attendibili.

In diverse persone l’attività cerebrale, almeno inizialmente, continua ad essere presente, ma non tutte ricordano quello che è successo a guarigione avvenuta. I ricordi dei pazienti emersi dallo studio sono stati classificati in diverse categorie cognitive: piante o animali, paure, famiglia, violenza, persecuzione, luce intensa.

Solo nel 2% dei casi ci si trova dinanzi ad una esperienza extracorporea attendibile con ricordi chiari ed espliciti di quello che è stato sentito e visto. Alla luce della ricerca effettuata, un dato è emerso in modo incontrovertibile: la coscienza è rintracciabile anche se non è clinicamente accertabile o scientificamente provabile. Bisogna però andare oltre questo, e non è detto che l’essere umano è pronto a farlo.