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Cosa nostra: 37 arresti nel palermitano. Fermato il sindaco di Montelepre

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Il governo di Cosa nostra aveva nominato un "saggio" per riformare l'organizzazione mafiosa, il mandato era partito dai capisaldi storici e il prescelto era stato Antonino Sciortino, 51 anni, il quale era uscito dal carcere nel 2011, dopo 12 anni. Durante tutto questo tempo Sciortino, non hai mai d...

arresti carabinieri21 185x115Il governo di Cosa nostra aveva nominato un “saggio” per riformare l’organizzazione mafiosa, il mandato era partito dai capisaldi storici e il prescelto era stato Antonino Sciortino, 51 anni, il quale era uscito dal carcere nel 2011, dopo 12 anni. Durante tutto questo tempo Sciortino, non hai mai detto una parola ai magistrati, sarà stato questo il motivo della sua nomina, il premio per il suo silenzio. Il saggio in 5 mesi era stato in grado di riorganizzare i clan della provincia di Palermo, ma se per 12 anni era stato in silenzio, in questi mesi di duro lavoro aveva, invece, parlato tanto. Sciortino amava vantarsi con l’amante e dunque teneva il telefono acceso per farle ascoltare le sue conversazioni, alcune con esponenti politici, ma purtroppo per lui veniva ascoltato anche dai carabinieri. Il manager di Cosa nostra è stato arrestato stamattina, insieme ad altre 36 persone.

Tra gli arrestati anche il sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia. Uomo insospettabile, eletto in una lista civica di centrodestra, accusato di estorsione e concussione. Il suo fermo è avvenuto grazie alle ricerche dei carabinieri sul capomafia del paese Giuseppe Lombardo, intercettando lui, è venuto fuori il capo d’accusa per Tinervia. Lombardo era solito confidare tutto ai suoi uomini e fu così che raccontò, mentre veniva intercettato, di come il sindaco avesse preso una mazzetta da un imprenditore, per il rifacimento della palestra comunale. Il capomafia rimproverò aspramente il sindaco, in quanto la prima mazzetta toccava a Cosa nostra. Dunque, dopo essere stato ripreso da Lombardo, il sindaco fece da intermediario tra Cosa nostra e l’imprenditore, che pagò il pizzo di 20 mila euro,dopo aver dato, secondo il racconto del boss, al sindaco 7 mila euro per vincere l’appalto.

L’indagine, condotta dai Pm della Dda Francesco Del Bene, Sergio De Montis e Daniele Paci, ha portato alla luce diversi rapporti tra la politica e Cosa nostra, e da alcune intercettazioni è emersa la preparazione di un omicidio.

Castellano Stefania