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Cosa succede se Draghi si dimette: i quattro scenari politici possibili

Il premier Mario Draghi

Il voto al senato sul Dl Aiuti, l'esito quasi scontato e la domanda su cosa succede se Draghi si dimette: ecco i quattro scenari politici possibili

Cosa succede se Mario Draghi, che per bocca di Antonio Tajani “ne ha le tasche piene” si dimette? Ci sono quattro scenari politici possibili, con la crisi di governo che è già in atto, perciò e dopo il passaggio in Senato di oggi del Dl Aiuti si profilano le ipotesi. La scena madre, lo sfondo obbligato è quello di un Mario Draghi che va al Quirinale. Potrebbe andarci per dare le dimissioni o per chiedere a Sergio Mattarella di dargli una rotta ma l’esito è scontato.

Cosa succede se Draghi si dimette

Attenzione, come spiega Open la “possibilità che ‘SuperMario’ ci ripensi o faccia finta di niente per andare avanti è considerata soltanto di scuola”. C’è anche la possibilità che il capo dello Stato rimandi il governo alle Camere per verificare la fiducia. Ma Draghi non si accontenerà di passare da esaminatore ad esaminato e vede nella “bella morte” un esito più confacente alle sue skill, che sono indubbie per carità.

Dimissioni e voto subito

Ecco perciò i quattro possibili scenari: dimissioni del premier e nuove elezioni. In queste ore è quello che i boockmaker darebbero per accreditato. Il premier ha detto più volte che non è possibile per lui continuare senza l’appoggio del M5s. Senza ricomposizione della maggioranza si andrebbe quindi alle urne a settembre o a ottobre, il 10 o il 25.

Governo Franco e voto a febbraio

Lo scenario due è quello di un nuovo governo e voto a febbraio: Draghi spedirebbe un fiduciario a portare la croce per qualche mese, uno magari che ne sappia di conti come l’attuale ministro dell’Economia Daniele Franco.

Draghi bis, ma c’è che non ci sta

E lo scenario tre? Draghi torna in sella con una fiducia bis, qui andiamo nel tecnico e molto dipende da quanto davvero i partiti vogliano il voto e da quali lo vogliano davvero. Mattarella rimanda Draghi alle camere, lui darebbe la linea e se il M5s si accontentasse di aver fatto “ammuina” e votasse la nuova fiducia, tutto sarebbe ricomposto.

Sempre Draghi ma senza i grillini

Ipotesi numero quattro, molto ma molto remota: un governo Draghi senza M5s, con Matteo Salvini che scalpita per consegnare il paese a Giorgia Meloni e se stesso all’oblio e i grillini rimasti pronti a scappare come e più velocemente di Luigi Di Maio.