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Cos’è la donazione di plasma mediante aferesi

aferesi

Ecco le informazioni più importanti sulla donazione di plasma tramite aferesi

Attualmente esistono differenti tipi di donazione. A fianco a quelle tradizionali, in cui viene trasfuso sangue intero, è possibile donare anche determinate componenti, come il plasma. Si tratta delle “donazioni mirate”, note con il nome di “aferesi”. Ognuna presenta un trattamento differente a seconda delle sostanze interessate.

Aferesi significato

Tramite l’aferesi (termine derivante dal greco che indica l’atto del “trasferire”, del “portare via”), in cui viene fatto utilizzo di separatori cellulari, si riesce a selezionare, nel sangue del donatore, soltanto la componente ematica di cui si ha bisogno. Può trattarsi, ad esempio, di plasma o piastrine. Allo stesso tempo, al donatore vengono restituiti i restanti elementi. Si può parlare, infatti, di diverse tipologie di trasfusione. La plasmaferesi consiste nel prelievo del solo plasma, nel caso si trattassero di piastrine il termine corretto è piastrinoaferesi. Se vengono coinvolti entrambi gli elementi è il caso della plasmapiastrinoaferesi. Ogni separatore cellulare ha il compito di filtrare o centrifugare il sangue che viene prelevato dal braccio del volontario. In questo modo, viene recepito e trattenuto soltanto il componente ematico di interesse.

Donare plasma

Il plasma svolge un ruolo di fondamentale importanza nell’organismo umano. Esso assolve a svariate funzioni: oltre a mantenere costante il volume del sangue in circolazione, trasporta nei tessuti nelle cellule sostanze di carattere nutritivo e regolativo. Esso è responsabile, inoltre, della raccolta di tutte le sostanze di scarto prodotte dal metabolismo delle cellule, espulse in seguito attraverso i reni. Il suo ruolo è fondamentale nei processi di difesa immunologica e nella coagulazione.

Nel corso della plasmaferesi vengono prelevati 500 ml; si tratta di una donazione che può essere ripetuta ogni due settimane. Essa non comporta alcun rischio per il volontario: il volume plasmatico, infatti, viene istantaneamente ripristinato attraverso l’assunzione di liquidi per via orale. Possono anche essere raccomandate infusioni a base di soluzioni fisiologiche durante il processo di restituzione delle cellule. Per quanto riguarda le componenti proteiche perdute, queste vengono invece ristabilite nel corso di tre giorni.

E’ importante che il donatore pesi più di 50 chili, abbia un’età tra i 18 e i 60 anni e che alcuni valori del sangue rientrino in determinati parametri. La durata della donazione può essere variabile ma mediamente si protrae per 40 minuti (talvolta con oscillazioni tra i 30 e i 60 minuti). E’ importante ricordare che il donatore ha diritto ad un giorno di riposo lavorativo retribuito, oltre a controlli medici gratuiti e periodici.