> > Costa: “Ormai parliamo di richiamo annuale, non di quarta dose di vaccino”

Costa: “Ormai parliamo di richiamo annuale, non di quarta dose di vaccino”

Il sottosegretario Andrea Costa con il generale Figliuolo

Costa: “Richiamo annuale, non quarta dose di vaccino, il cittadino che da 20 anni si fa l'antinfluenzale non è che è arrivato a farsi la ventesima dose"

Andrea Costa lo ha voluto precisare: “Ormai parliamo di richiamo annuale, non di quarta dose di vaccino”. Il sottosegretario alla Salute commenta la fine dello stato di emergenza ma non certo della pandemia e spiega: “La convivenza con il virus si ottiene quando nessun cittadino perde più la vita a causa sua. In una fase in cui si convivrà con il Covid come si convive con tante altre malattie che ci sono, pensiamo all’influenza”.

“Richiamo annuale, non più quarta dose”

E con la fine dello stato di emergenza per la mezzanotte di oggi, 31 marzo, in una serie di dichiarazioni a Fanpage Costa ha detto: “Dobbiamo dire con estrema chiarezza che la fine dello stato d’emergenza non significa la fine della pandemia e i dati ogni giorno lo mettono in evidenza”. E ancora: “Si sceglie di passare da una gestione straordinaria a una gestione ordinaria della pandemia di Covid, ma dobbiamo sempre farci i conti”. Poi il tema clou, quello della quarta dose del vaccino Covid: Costa ha detto che si deve parlare di “richiami annuali e non di quarte o quinte dosi. Perché il cittadino che da vent’anni si fa il vaccino antinfluenzale non è arrivato a farsi la ventesima dose”.

Come sarà l’estate 2022

Sulla tempistica il viceministro ha spiegato che la politica farà una scelta “in base alle indicazioni scientifiche, e l’estate 2022 sarà molto vicina alla normalità senza restrizioni, ma in questi due anni i cittadini hanno maturato una grande consapevolezza e un grande senso di responsabilità”. E in chiosa: “Non dimentichiamoci che rispetto agli anni scorsi oggi abbiamo una platea del 92% che si è vaccinata, sicuramente abbiamo già una protezione in più rispetto al passato, oggi un aumento dei contagi non corrisponde a un aumento della pressione sui nostri ospedali”.