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Cover che di solito non si sa che sono cover: eccone alcune

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Canzoni famosissime, pietre miliari del rock, eppure cover. Ecco qualche esempio di brani portati al successo in una versione che non è l'originale. La recente scomparsa di Leonard Cohen ha fatto scoprire ad alcuni (o molti, non si sa) che il famoso brano “Hallelujah”, già nella colonna sonor...

Canzoni famosissime, pietre miliari del rock, eppure cover. Ecco qualche esempio di brani portati al successo in una versione che non è l’originale.

La recente scomparsa di Leonard Cohen ha fatto scoprire ad alcuni (o molti, non si sa) che il famoso brano “Hallelujah”, già nella colonna sonora di Shrek, era suo e non di Jeff Buckley. In realtà, si tratta del caso abbastanza tipico in cui la versione cover ha avuto maggiore successo dell’originale. Sono molti i brani che hanno avuto una storia simile.

Alcune famose cover

E’ accaduto a “All along the watchtower”, ritenuta in certi casi di Jimi Hendrix e in realtà scritta da Bob Dylan (l’album è “John Wesley Harding”). Stessa cosa per “Little Wing”, che invece è di Jimi Hendrix, e non di Sting. Può sembrare superfluo dirlo, ma non è detto che sia così.

Uno degli inni dei Ramones, “Surfin Bird”, è in realtà un brano scritto dal gruppo The Trashmen verso la metà degli anni Sessanta. La celebre “Tainted Love” è in realtà una canzone cantata da Gloria Jones nel 1964, ben prima che i Soft Cell le rendessero così conosciuta.

Cindy Lauper, Whitney Houston e Lou Bega

Può sorprendere, ma anche “If a were a boy”, che sembra cucita addosso a Beyoncé, sarebbe in realtà una cover di un brano scritto dall’artista BC Jean. La questione è controversa, in questo caso.

Al contrario di ciò che riguarda la celeberrima “I will always love you”: non è di Whitney Houston, bensì di Dolly Parton, che ne incise la prima versione nel 1974.

Anche il brano “Torn”, che ha dato fama a Natalie Imbruglia, è una cover. Del gruppo americano Ednaswap, per la precisione. Può sembrare davvero poco credibile, però anche l’inno di Cindy Lauper “Girls just want to have fun” è in realtà la reinterpretazione di un originale di Robert Hazard.

Infine quella che in un recente sondaggio condotto sul suolo britannico è stata eletta canzone più riconoscibile della storia della musica rock: “Mambo no. 5”. Portata al successo da Lou Bega nel 1999 è in realtà un brano scritto nei primi anni cinquanta dal musicista cubano Perez Prado.