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Covid, anche la Germania valuta il green pass obbligatorio per andare al lavoro

Covid Germania green pass

Green pass obbligatorio per andare a lavoro, anche la Germania ci pensa per evitare l'arrivo di una nuova ondata covid.

La ripresa dei contagi covid in molti paesi europei sta spingendo i governi chiamati a gestire l’epidemia a dar vinta a delle misure di contenimento che possano risultare più efficaci. Una di queste è sicuramente il green pass, il certificato verde di vaccinazione o di tampone effettuato nelle 48 ore precedenti che in Italia permette di poter accedere nei luoghi di lavoro. Anche la Germania, come riportato da Fanpage, starebbe valutando l’ipotesi di introduzione del green pass per provare a prevenire un quarta ondata della pandemia da covid.

Covid, la Germania valuta il green pass per il lavoro

In Germania gli ultimi dati della pandemia mostrano un aumento dei contagi e dell’incidenza, pari a 145 positivi ogni ogni 100mila abitanti. I ricoverati in terapia intensiva registrati venerdì 29 ottobre erano 1.868, numero pari ai livelli dello scorso anno. Inoltre, a giocare a favore dell’introduzione del green pass obbligatorio per accedere al luogo di lavoro, ci sarebbe anche il rallentamento della campagna vaccinale. I tedeschi completamente vaccinati sono il 66% della popolazione.

Green pass covid per il lavoro, anche la Germania ci pensa 

Attualemente i Germania il green pass è obbligatorio per bar, ristoranti ed eventi e il personale sanitario che lavora a stretto contatto con i contagiati è sottoposto a regolari test. Il rafforzamento della misura è al momento al vaglio del governo che con buona probabilità deciderà il da farsi nel vertice fissato questa settimana che ha come obiettivo una migliore gestione della pandemia nel paese. 

Covid, anche in Germania si pensa al green pass per il lavoro

Hendrick Streeck, direttore degli istituti di virologia e ricerca sull’HIV presso l’Università di Bonn, ha così commentato i nuovi dati covid registrati in Germania: “Non sono rilassato. La capacità nelle unità di terapia intensiva è ridotta; potremmo poi dover considerare l’ondata di influenza invernale insieme ad una maggiore mobilità”