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Covid, anestesisti: "Oltre 90% in intensiva non vaccinato"

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Roma, 20 ago. (Adnkronos Salute) - "Nelle nostre rianimazioni ben oltre il 90% dei ricoverati non è vaccinato. E questo a dispetto di chi sostiene la scarsa efficacia del vaccino sulla variante, laddove i dati anche in Italia depongono per una diffusione di questa variante che si aggira ...

Roma, 20 ago. (Adnkronos Salute) – "Nelle nostre rianimazioni ben oltre il 90% dei ricoverati non è vaccinato. E questo a dispetto di chi sostiene la scarsa efficacia del vaccino sulla variante, laddove i dati anche in Italia depongono per una diffusione di questa variante che si aggira intorno all'85-90%". Così, all'Adnkronos Salute, Alessandro Vergallo, presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi-Emac).

"Nel panorama attuale – sottolinea il medico – le prove empiriche sono quelle più affidabili". Tra gli "scarsissimi numeri di vaccinati ricoverati in terapia intensiva – evidenzia Vergallo – osserviamo che nella stragrande parte si tratta di persone di età avanzata e con pluripatologie". Ma "il dato che più ci preoccupa è che la percentuale di non vaccinati che finiscono in rianimazione è comunque larghissimamente al di sotto dei 50 anni. Il che fotografa – conclude il presidente Aaroi-Emac – proprio quella tipologia di popolazione più refrattaria a capire le ragioni del vaccino e che oltretutto è la fascia anagrafica che più di tutte si movimenta".

Vergallo sottolinea che "in terapia intensiva i casi sono in costante lieve aumento". "Questo è frutto di due fattori che giocano uno in contrasto con l'altro – spiega Vergallo – il primo è la diffusione delle vaccinazioni e il secondo è una ripresa sempre più totale delle attività di movimentazione sociale. Non possiamo più di tanto prevedere una nuova chiusura, anche se sono state previste misure di contenimento in relazione all'occupazione dei posti letto, ma – avverte il medico – il fattore invece sul quale occorre assolutamente intervenire è la progressione della vaccinazione della popolazione".

"Sulla base degli indicatori di quest'anno rispetto al 2020 noi abbiamo un numero di posti occupati di terapia intensiva maggiore, questo vorrà dire che sicuramente in autunno avremo un ulteriore aumento dei casi, complici i fattori climatici. Ma ci conforta e riponiamo speranza nella diffusione della campagna vaccinale al netto del rischio di emersione di nuove varianti che al momento non ci sono e che possano essere più resistenti al vaccino" dice Vergallo.

"Quindi le nostre previsioni rispetto alla pressione ospedaliera – chiarisce Varallo – non sono tragiche, non abbiamo elementi adesso per andare in estremo allarme ma questo – ammonisce – non rappresenti un motivo per la popolazione resistente alla vaccinazione di continuare nella sua resistenza che è veramente devastante anche sul piano della democrazia sociale".