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Covid, Calenda: "Il Paese non tiene più, riapriamo tutto il 15 maggio"

Covid Calenda riapriamo tutto

Calenda crede sia giusto accelerare e riaprire tutto entro il 15 maggio in quanto il "Paese non regge più". Serve però vaccinare i più fragili.

La manifestazione dei ristoratori di ieri pomeriggio, 6 aprile, a Montecitorio, unita alle molte che sempre ieri sono andate in scena in tutta Italia, evidenziano come il grado di disagio sociale causato dalle chiusure per l’emergenza covid sia arrivato al limite. Molte attività sono chiuse da mesi e chiedono di riaprire, dall’altro parte però anche i contagi e i ricoveri in ospedale sono ancora molto alti in una situazione che non è certo di facile gestione. A commentare quanto accaduto è stato il leader di Azione, Carlo Calenda, che ha invitato il governo a riaprire tutto entro il 15 maggio perchè il “Paese non tiene più”.

Covid Calenda riapriamo tutto

In un video pubblicato sui social Calenda ha detto: “Azione non ha mai preso posizione su aperture e chiusure limitandosi a obbedire alle decisioni dei Governi Conte e Draghi. Riteniamo però che ora sia giunto il momento di programmare una riapertura totale delle attività, dandosi un obiettivo coerente con la capacità vaccinale. Il Paese non tiene più.

“L’Italia però – proseguede Calenda – può riaprire il 15 maggio rispettando cinque precise condizioni”. Dal proseguo del discorso si apprende che per il leader di Azione è fondamentale garantire una soglia minima di sicurezza per chi rischia di più, “sono gli over 70 e tutti i soggetti identificati come vulnerabili dal piano vaccinale del Governo. Sappiamo che la somministrazione anche di una sola dose aumenta significativamente la protezione dall’infezione e dalle sue conseguenze più gravi. Parliamo di circa 11 milioni di persone ancora in attesa di vaccinazione”.

“Nel mese di aprile – continua l’ex esponente del Pd – arriveranno 8 milioni di dosi, entro giugno dovrebbero arrivarne 52. L’obiettivo dunque è quello di vaccinare tutti i soggetti a rischio con almeno una dose, oltre a garantire gli slot di prenotazione per chi deve fare la seconda fase, circa 3 milioni di persone”. Aprire dunque per Azione, ma non prima di aver garantito un margine di sicurezza alle persone più fragili e agli anziani.