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Covid, Crisanti: “Abolire Green Pass, non ha più senso con tutti questi vaccinati”

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Futuro Green Pass e pandemia Covid: le parole del direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, Andrea Crisanti.

Il direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, si è espresso sul futuro del Green Pass in Italia e della pandemia Covid.

Covid, Crisanti: “Abolire Green Pass, non ha più senso con tutti questi vaccinati”

Cosa accadrà alle norme anti-Covid e al Green Pass obbligatorio attualmente in vigore in Italia con lo scadere dello stato di emergenza fissato per il prossimo 31 marzo 2022? I cittadini italiani si stanno ponendo questa domanda da ormai settimane.

Ospite a Un giorno da pecora su Rai Radio 1, il virologo Andrea Crisanti ha risposto a un simile interrogativo nel seguente modo: “Con tutti questi vaccinati non ha più senso mantenere il Green Pass, anche perché l’Italia non è che abbia fatto molto meglio di altri Paesi che non l’avevano adottato. Io, dal 1° aprile, abolirei del tutto sia il super che il Green pass – e ha aggiunto –. Tutto finirà quando le persone tra i 12 e i 60 anni si saranno ripetutamente immunizzati contro Covid-19, o con vaccinazioni o con infezioni, e via via che invecchiano mantengono il livello di protezione. Cosa che succederà tra qualche anno, non subito, diciamo tra 2 o 3 anni”.

Vera sfida consiste nel proteggere i fragili

Nel corso del suo intervento a Un giorno da pecora, inoltre, il direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova ha osservato: “Un mese fa eravamo tutti più protetti, ora siamo in una fase stazionaria. La capacità di trasmissione del virus è bilanciata dalla nostra protezione. Credo rimarremo così per parecchio tempo. La vera sfida è proteggere i fragili, che non riescono a sviluppare una risposta immunitaria protettiva. Le persone che stanno bene, se sono immunizzate, se si contagiano o sono asintomatiche o hanno una malattia molto leggera“.

Crisanti: l’accoglienza dei profughi ucraini e il possibile pericolo Covid

Il virologo Andrea Crisanti, poi, si è espresso anche in merito all’accoglienza dei profughi ucraini in Italia e alla possibilità che questi possano provocare un significativo incremento dei casi di coronavirus nel Paese.

A questo proposito, Crisanti ha spiegato: “Nel nostro Paese abbiamo circa 60mila casi di Covid al giorno. Supponiamo di ospitare 50mila rifugiati ucraini e che il 10% sia infetto: sarebbero 5mila e non avrebbero nessun impatto sulla nostra situazione. Non bisogna avere paura di questa possibilità, possiamo ospitare queste persone senza rischi“.

Infine, il virologo ha commentato il drastico calo di interesse nei confronti della pandemia da parte della popolazione e dei media: “Se c’è qualcuno che mi chiede qualcosa, non c’è problema. Altrimenti mi dedico con maggiore tranquillità a quello che facevo prima. Le tv mi cercano meno? Non ho un problema di autostima…“.