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Covid, Crisanti: "Non facciamo ancora abbastanza tamponi, ci sono molti casi sommersi"

Crisanti tamponi

Secondo Crisanti l'Italia non effettua abbastanza tamponi per la ricerca del virus impedendo così l'emersione dei casi sommersi.

Il microbiolgoo dell’Università di Padova Andrea Crisanti torna ad evidenziare la necessità di effettuare più tamponi per far emergere il sommerso che oggi non viene testato: il suo sospetto è che le Regioni facciano meno test per poter entrare prima in zona bianca.

Crisanti sui tamponi

Interventuo nel corso della trasmissione Agorà in onda su Rai Tre, l’esperto ha dichiarato che gli piacerebbe vedere l’Italia sempre più bianca ma con un numero adeguato di tamponi e corrette misure di sorveglianza. Se il nostro paese avesse 2 mila casi di Covid e 700 mila tamponi, ossia tanti quanti ne fa il Regno Unito, “ai numeri dei bollettini quotidiani ci crederei“.

Ma, si è chiesto, “come facciamo noi ad avere i casi che conteggiamo e decessi 20 volte maggiori a quelli inglesi? Non quadra“. La spiegazione che si è dato è che a suo avviso negli ultimi mesi non sono stati fatti abbastanza tamponi e abbastanza tracciamento: “Di fatto, c’è ancora un sommerso importante“.

Crisanti sui tamponi: “Indietro sul sequenziamento del virus”

Crisanti ha poi evidenziato che la possibilità di uscire definitivamente da questa situazione dipende fondamentalmente da due fattori. Il primo è la durata della protezione indotta dalla vaccinazione anti-Covid: un conto è se dura 12-18 mesi e un altro è se dura 8 mesi. Il secondo riguarda le varianti, perché ce ne sono alcune che abbassano la protezione vaccinale. Sul fronte sequenziamento, ha aggiunto a tal proposito, in Italia “siamo ancora molto indietro“. Il nostro paese sequenzia infatti poche centinaia di campioni a settimana mentre l’Inghilterra quasi ogni singolo virus.

Ha inoltre sottolineato che secondo lui i decessi e i ricoveri stanno diminuendo escluivamente per merito della vaccinazione: “Tutto quello che potevamo fare noi in aggiunta alla vaccinazione non l’abbiamo fatto. Se non ci fosse la vaccinazione, l’Italia sarebbe vulnerabile come 2 anni fa“.

Crisanti sui tamponi: “Entro un mese via mascherina all’aperto”

Crisanti ha infine affermato che nel momento in cui la percentuale di vaccinati aumenta, proseguendo a questo ritmo “immagino che entro un mese all’aperto la mascherina ce la potremo levare tranquillamente“. Lo stesso Sileri ritiene che per metà luglio sarà possibile circolare senza protezione. In Inghilterra, ma anche negli Stati Uniti, ormai non la usa praticamente più nessuno, ha concluso.