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Andrea Crisanti: sul Covid “Non ho fatto errori, se mi avessero ascoltato avremmo avuto meno morti”

Andrea Crisanti

Covid, Crisanti: “Non ho fatto errori, se mi avessero ascoltato avremmo avuto meno morti. Dal 26 maggio a oggi ci sono state 7 mila vittime”

In tema di Covid Andrea Crisanti non ha mai avuto il difetto della modestia proprio perché per lui la modestia è un difetto e Crisanti i difetti li odia, specie i suoi: “Non ho fatto errori, se mi avessero ascoltato avremmo avuto meno morti”. Intervistato dal Corriere della Sera il microbiologo dell’università di Padova ha sfoderato lo starter pack di un cassandrismo di ritorno che a Crisanti un po’ piace un po’ esaspera. Lo snodo comunicativo del professore è quello ormai famoso del giugno del 2020, quando a Un Giorno da Pecora proclamò di essere stanco delle ospitate e dopo aver ammesso di essere “stanco e sovraesposto” tornò a sovraesporsi il giorno dopo a Piazzapulita, non più stanco e battagliero più di prima.

Andrea Crisanti: “Non ho fatto errori, la prudenza è un valore”

E con il professor Cristanti il focus mediatico era perciò diventato quello del duello a colpi di presenzialismo e tesi da ring con il “collega” Massino Galli, ormai la sua nemesi catodica certificata, con il quale Crisanti duetta e duella ad ogni occasione. Le previsioni un filino “funeste” di Crisanti sono comunque il boomerang di elezione con cui spingerlo a parlare ancora, e nell’intervista al Corsera questa regola aurea non ha fatto eccezione. Di fronte alle “accuse” di cassandrismo Crisanti replica nell’unico modo che conosce: lui non mena gramo, semplicemente fa il suo mestiere di tecnico qualificato a disegnare scenari. “Guardi, se sono termini dispregiativi, fanno torto a chi li usa. La prudenza è normale per ogni medico”.

Crisanti: “Su AZ alle donne giovani non ho mai scritto”

E sul fatto che sia pur con numeri così bassi “non ci sia nulla da festeggiare” lui spiega e rincara: “Beh sì, non andrei orgoglioso di questi numeri. Dal 26 maggio a oggi ci sono state 7 mila vittime. Se mi avessero ascoltato ce ne sarebbero state molte meno. Non ne stiamo uscendo, noi restiamo un Paese molto vulnerabile. In Germania i contagi aumentano perché si fanno tamponi e tracciamento. Qui o se ne fanno pochi o troppi antigenici e pochi molecolari. Non ne ho idea”. Poi, pungolato su un vecchio tweet in cui lui avrebbe “consigliato AstraZeneca anche alle donne giovani” Crisanti è stato lapidario: “Mai scritta questa cosa”.

Covid, Crisanti sugli errori del Cts

La muleta di Crisanti è Galli, quello stesso Galli che lo avrebbe accusato di non averne azzeccata una e di aver commesso errori, ma il microbiologo ha chiesto subito di “quali errori” si stesse parlando: “Me ne dica uno. Anzi, se mi avessero dato retta a febbraio, Lombardia e Veneto non avrebbero fatto quella fine”. E sugli Open day che Cristanti avrebbe avallato ma con l’ok-pregiudiziale del Comitato Tecnico Scientifico incrociando le lame con il governatore della Liguria Toti? Il camice bianco ne fa un problema di cortocircuito mediatico e glissa: “E allora è stato un errore del Comitato Tecnico Scientifico. Se gli Open day sono stati fatti per smaltire AstraZeneca è gravissimo. Comunque è tutta una comunicazione del cavolo”. Insomma, una cosa è tenersi il grugno interiore per essere diventato uno dei personaggi più azzeccati di Maurizio Crozza che gioca sull’assonanza fra cognome e fiore dei morti, un’altra è tenersi un ruolo che voleva e vuole essere solo quello dello scienziato, che non sempre deve dire le cose che vogliamo sentirci dire. E che poi magari si stanca di dirle, ma solo per un giorno.