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Covid Francia: l'analisi della situazione tra prima e seconda ondata

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L'analisi della situazione covid in Francia tra prima e seconda ondata. Come sono cambiati i numeri dei ricoveri e dei morti

Questa terza ondata pandemica in Francia si sta facendo sentire: basti considerare il numero totale dei casi positivi che in queste ultime settimane ha superato i numeri della Gran Bretagna. Grave la situazione anche a livello ospedaliero, sia nei ricoveri ordinari che nelle terapie intensive. 

Covid in Francia: come è variata la situazione tra prima e seconda ondata

Gli scienziati dell’Unità di modellazione matematica delle Malattie infettive dell’Istituto Pasteur di Parigi che, in collaborazione con l’Università di Cambridge, hanno sviluppato un modello probabilistico in base ai 198.846 ricoveri che si sono verificati in Francia durante i primi nove mesi della pandemia (da marzo a novembre 2020).

I risultati sono stati pubblicati sulal famosa rivista scientifica The Lancet. 

Un primo raffronto è stato effettuato sulla percentuale di pazienti ospedalizzati aventi un’età superiore agli 80 anni, che è passata dal 27 al 48%; mentre la percentuale di donne ricoverate è salita dal 45 al 53%.

Per quanto concerne le terapie intensive, nel periodo da marzo a giugno 2020, la percentuale è andata a scendere, passando dal 25.4% al 12.6%, per poi risalire al 19.3% durante la seconda ondata. Stesso andamento per i decessi: si è passati dal 24.9% al 10% della prima ondata, per poi risalire al 18.6% della seconda ondata. I risultati tutto sommato sono stati simili tra uomini e donne.

Lo studio è stato commentato da Simon Cauchemez, responsabile dell’l’Unità di modellazione matematica delle malattie infettive: -“Queste grandi variazioni nelle probabilità di ricovero in terapia intensiva e morte devono essere prese in considerazione quando si pianificano le esigenze di assistenza ospedaliera”.

Noémie Lefrancq, dottoranda presso il Dipartimento di Genetica dell’Università di Cambridge e prima autrice della ricerca, ha tenuto a precisare che: –“Le ragioni delle differenze nella mortalità rimangono poco chiare. È probabile che rappresentino una combinazione di cambiamenti nel comportamento di ricerca sanitaria da parte dei pazienti, adeguamento dei centri sanitari e miglioramenti nei trattamenti dovuto alle maggiori conoscenze sulla malattia”.