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Covid, Galli: "Un anno fa qualcuno disse che il virus era morto. Da allora i morti sono stati 92 mila"

Coronavirus Galli

Un anno fa secondo qualcuno il virus era morto, da allora i morti sono stati 92 mila. A dichiararlo il virologo Massimo Galli.

Chi ha preso sotto gamba l’emergenza pandemica nel 2020 dovrà prendersi le proprie responsabilità morali. Così il virologo Massimo Galli che nel corso di un’intervista rilasciata ad Adnkronos salute non ha esitato a lanciare frecciatine verso chi affermò pubblicamente come il Covid-19 fosse morto. “Credo fosse il 27 luglio al Senato quando per quei signori il virus era morto. A quella data già c’erano stati circa 35mila morti”, ha voluto ricordare l’esperto.

Coronavirus Galli, “Un anno fa qualcuno disse che il virus morto”

Un anno fa qualcuno dichiarò come il “virus del Covid era morto. Da allora ci sono stati 92mila morti”. Queste le parole del virologo Massimo Galli che ad Adnkronos salute si è tolto certamente più di qualche sassolino sulla scarpa. Eppure la frecciata per i più attenti appare evidente.

L’esperto si è infatti riferito al convegno organizzato da Vittorio Sgarbi al quale prese parte anche il leader del carroccio Matteo Salvini. “Credo fosse il 27 luglio al Senato quando per quei signori il virus era morto”, ha quindi aggiunto: A quella data già c’erano stati circa 35mila morti […] Certe cose si dimenticano con troppa facilità”.

Coronavirus Galli: “La variante Delta ce l’abbiamo già in casa”

Il virologo ha poi dedicato un ampio spazio alla variante Delta che si sta diffondendo in modo ancora più insistente: “Ad essere proprio franco e onesto la variante Delta ce l’abbiamo già in casa e si diffonderà. Noi dobbiamo metterci in condizione di farla diffondere il meno possibile e il dato rappresentato da un’ulteriore importazione è un dato che credo legittimi degli interventi prudenziali”.

Coronavirus Galli su Inghilterra-Ucraina: “La vendetta dei biglietti va limitata”

Galli ha poi proseguito mettendo in guardia i cittadini sollevando i riflettori sul match Inghilterra-Ucraina che si terrà il prossimo 3 luglio allo stadio Olimpico di Roma. In particolare ha messo in evidenza come la vendita dei biglietti dovrebbe essere limitata “agli inglesi che vivono in Italia”. Ha quindi proseguito: “Il timore che questi abbiano già deciso di sbarcare in Svizzera per poi venire in Italia in treno, ci fa dire che qualche misura di prevenzione vale la pena di prenderla. Questo semplicemente per non trovarci in una situazione che diventa poi grottesca e di mancanza totale di rispetto di quelle che sono le indicazioni date”.