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Covid, gli anziani pronti a tornare protagonisti dell'economia

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Roma, 21 giu. (askanews) - La fascia degli anziani è stata la più colpita dal virus in termini di letalità ma è anche quella che psicologicamente ha reagito meglio alla pandemia e che ora è pronta a tornare protagonista nella società e nell'economia italiana. Il secondo numero dell'Osservat...

Roma, 21 giu. (askanews) – La fascia degli anziani è stata la più colpita dal virus in termini di letalità ma è anche quella che psicologicamente ha reagito meglio alla pandemia e che ora è pronta a tornare protagonista nella società e nell’economia italiana.

Il secondo numero dell’Osservatorio Silver Economy di Tendercapital e Censis ha analizzato la condizione degli anziani nei mesi più difficili della pandemia scoprendone la grande capacità di tenuta e adattamento: il 69% degli anziani dichiara di non aver sofferto di stress psicofisico, contro il 23% dei giovani e il 34% degli adulti.

Gli anziani sono dunque pronti a spendere e a generare consumo e a stabilizzare la condizione economica delle generazioni più giovani. Infatti, il cosiddetto “silver welfare” non si è interrotto con il Covid: l’88% degli anziani si definisce il bancomat di figli e nipoti.

Così il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha sintetizzato i risultati del rapporto: “La realtà italiana è resa stabile da questa dimensione anziana poi ci possono essere polemiche, nella ricerca l’abbiamo visto, tra i giovani e gli anziani, tra l’esigenza di curare prima i giovani o prima gli anziani, ma sono discussioni, diciamo così, quasi di superficie. Quello che è importante è che la dimensione anziana in questo Paese è quella che garantisce la continuità, e la serenità della stabilità”.

Tuttavia, come accennava De Rita, la ferita nel rapporto tra le generazioni rimane. Per il 54% dei giovani si spendono troppe risorse pubbliche per gli anziani. Segno che, secondo Moreno Zani, presidente di Tendercapital, il “Silver welfare” non è accessibile a tutti e quindi andrebbero corrette alcune politiche sociali.

“E’ vero che non è per tutti così, nel senso che – ha spiegato Zani – non tutti purtroppo hanno i nonni che possono essere bancomat per loro e comunque anche se lo sono vivono una condizione di disagio perché non dimentichiamoci che purtroppo oggi i giovani sono quelli che più hanno sentito il peso della pandemia in termini di insicurezza, di perdere il posto di lavoro, di è precarietà in generale, di conseguenza il sentimento esiste. Quindi noi dovremmo, o meglio le autorità preposte, le autorità politiche, dovremmo lavorare per fare in modo che questa fattura un po’ si sani e probabilmente per trasformare anche ciò che oggi è un bancomat per il consumo magari in un bancomat per investimento”.