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Covid, il numero dei morti è gonfiato? I dati sulle vittime del virus

Covid numero morti gonfiato

L'assenza di una chiara causa di morte diversa dall’infezione è tra i fattori usati per il conteggio delle vittime, ma non mancano i problemi.

Il bollettino quotidiano che attesta il numero di contagi e decessi giornalieri, una sorta di bollettino di guerra che ci accompagna da marzo 2020, mostra un totale di 138.099 decessi Covid dall’inizio della pandemia al 10 gennaio 2022. Tuttavia, molti cittadini hanno insinuato un dubbio legato al numero dei morti per coronavirus: i dati sono gonfiati?

Covid, il numero dei morti è gonfiato?

Una domanda forse eternamente irrisolta, la cui risposta difficilmente potrà essere scovata con assoluta certezza: il numero dei morti per Covid è gonfiato?

Il dubbio è legato a modo in cui finora sono stati conteggiati i decessi. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sulla base delle raccomandazioni fornite dall’Oms, un decesso è da attribuire al Covid quando contemporaneamente sono presenti le seguenti condizioni: tampone positivo al momento del decesso, un quadro clinico compatibile con i sintomi del virus, assenza di recupero clinico tra la malattia e la morte e assenza di una chiara causa di morte diversa dall’infezione. Proprio su quest’ultimo punto ci sarebbero alcuni dubbi.

Covid, il numero dei morti è gonfiato? Quando un paziente è conteggiato tra le vittime

Se un paziente è affetto da patologia oncologica, cardiovascolare, renale, epatica, oppure ha il diabete, e cessa di vivere mentre è positivo al Covid-19, viene conteggiato tra le vittime del coronavirus. “Le patologie preesistenti possono aver favorito o predisposto a un decorso negativo dell’infezione”, ma si considera il Covid la causa determinante della morte.

La spiegazione, tuttavia, non sempre è ritenuta convincente e, per questo motivo, il numero dei morti potrebbe essere sovrastimato.

Covid, il numero dei morti è gonfiato? L’ipotesi sul motivo

Perché si tende a estendere il numero delle vittime del Covid? Per alcuni sarebbe una questione di rimborsi. Il 12 agosto 2021, con effetto retroattivo, è stato riconosciuto agli ospedali un incremento tariffario massimo per ogni ricovero superiore a un giorno di 3.713 euro per l’area medica e di 9.697 euro per la terapia intensiva.

L’incentivo è adeguato se si considera l’impegno che comporta l’organizzazione ospedaliera necessaria per le cure di un paziente Covid. Tuttavia, non si può neppure escludere la tentazione di attribuire il ricovero e il decesso al Covid, anche se magari il paziente nel frattempo è guarito e il decesso è legato a un’altra patologia pregressa.