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Covid, imprinting immunitario: cos'è e come influisce

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Le prossime decisioni sullo sviluppo dei vaccini Covid dovrebbero tenere conto dell'imprinting immunitario e delle varianti.

Secondo l’imprinting immunitario, la prima proteina spike Covid che una persona incontra sia per vaccinazione che per infezione modella la successiva risposta immunitaria.

Che cos’è l’imprinting immunitario del Covid

L’imprinting immunitario, chiamato anche “peccato originale antigenico“, dice che la prima proteina spike SARS-CoV-2 che una persona incontra, sia per vaccinazione che per infezione – e quindi la prima variante contro cui il sistema immunitario si attiva -, modella la successiva risposta immunitaria.

Si tratta di un fenomeno noto, che è stato descritto anche per altri virus come l’influenza, il virus dengue e persino l’HIV, e vale anche per il SARS-CoV-2.

Tenere conto dell’imprinting immunitario per le prossime decisioni

Dopo più due anni dall’inizio della pandemia, la maggior parte delle persone nel mondo è stata infettata o vaccinata contro il Covid, e nei vari Paesi ci sono modelli di immunità al virus molto diversi in base alle diverse predominanti, alle vaccinazioni e alle ondate . Pertanto, ci sono miriadi di imprinting immunitari e tutti diversi fra loro.

Per questo, la sfida sta nella progettazione del vaccino e delle strategie di dosaggio, tenendo conto dell’imprinting immunitario e capendo come scavalcare le differenze.

La situazione attuale sui vaccini

Nel frattempo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha affermato che vaccini a base di Omicron possono essere utili come booster perché amplierebbero la protezione contro diverse varianti.

Anche il comitato consultivo della Food and Drug Administration degli Stati Uniti (FDA) ha raccomandato di includere una componente delle sottovarianti BA.4/BA.5 Omicron nel booster in programma per le campagne di richiamo autunnali.