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Covid, in Italia Battiston prevede il picco a Natale: "Se continua così arriveremo fino a 30.000 casi"

Battiston presidente osservatorio covid italia

L'analisi del direttore dell'osservatorio epidemiologico all'università di Trento fa un'analisi della curva dei contagi in Italia

In Europa si assiste a una crescita dei contagi e anche se i nostri dati sono tra i migliori anche in Italia i casi stanno aumentando. “Se le cose continueranno così” spiega Roberto Battiston “arriveremo a 20-30mila casi a Natale”

Covid, numeri in aumento anche in Italia

I numeri parlano chiaro, in Europa si assiste a una crescita dei contagi covid e anche se – come ha spiegato il Ministro della Salute Roberto Speranza – “I nostri dati sono un po’ migliori degli altri perché i tassi di vaccinazione sono più alti, questo ci dà un piccolo vantaggio” anche in Italia i casi continuano a salire.

Covid in Italia, il Rapporto Gimbe

Come ha evidenziato anche il Rapporto settimanale della Fondazione Gimbe, dal 3 al 9 novembre i casi sono aumentati del 37,7% rispetto alla settimana precedente, registrando la terza settimana consecutiva di incremento.

Non si tratta di una nuova ondata ma dei numeri dovuti alla ripresa della vita sociale, soprattutto al chiuso con l’avvio della stagione autunnale.

Covid in Italia, Battiston: “picco a Natale”

“Ogni timana aggiungiamo un paio di migliaia di casi alla media giornaliera. Di questo passo arriveremo a 20-30mila a Natale” ha affermato a La Repubblica Roberto Battiston, direttore dell’Osservatorio epidemiologico sul Covid all’università di Trento.

E anche se i vaccini, il Green Pass e obbligo di mascherine al chiuso offrono degli argini importanti al fiume in piena della circolazione del virus “Il freddo, la vita ripartita in modo pressoché normale, le prime dosi ormai ferme, i vaccini che non offrono una protezione completa – continua Battiston – fanno sì che parte dell’acqua superi gli argini e fuoriesca”.

Covid in Italia, Battiston: “occorre rafforzare gli argini”

Occorre dunque “rafforzare gli argini”. Come? “Con le terze dosi e vaccinando i ragazzi” spiega il fisico a Repubblica. “Nessuna delle due azioni però sarà rapida, o avrà un impatto massiccio pari a quello della prima campagna vaccinale. A giugno, quando l’immunizzazione era ormai molto ampia, eravamo a livelli bassi di casi nonostante l’arrivo della Delta”.