> > Covid, India al collasso: 1,6 milioni di casi in una settimana

Covid, India al collasso: 1,6 milioni di casi in una settimana

Covid India

La situazione Covid in India continua a peggiorare in modo molto preoccupante. Ci sono stati 1,6 milioni di casi in una settimana.

La situazione Covid in India è davvero allarmante e continua a peggiorare. In una sola settimana ci sono stati 1,6 milioni di casi di Coronavirus, dovuti anche al famoso bagno nel fiume Gange, che si è tenuto nelle scorse settimana. 

Covid, India al collasso

L’emergenza Coronavirus in India sta diventando una vera e propria catastrofe. Ci sono cadaveri ammassati in strada, ospedali al collasso e una nuova variante più aggressiva e contagiosa. A Nuova Delhi è partito un nuovo lockdown di sei giorni per tentare di fermare la curva del contagio, che sembra essere diventata inarrestabile. “Sono sempre stato contrario alle chiusure, ma questo ci aiuterà ad aumentare il numero di letti d’ospedale disponibili” ha spiegato Arvind Kejriwal, Primo Ministro, in una conferenza stampa. “Questa è stata una decisione difficile da prendere, ma non avevamo altra scelta” ha aggiunto. L’India è il secondo Paese al mondo per casi Covid. Dallo scorso 15 aprile si stanno registrando 200mila infezioni al giorno e stanno aumentando anche i decessi. In 24 ore sono stati 1.620. Sta preoccupando soprattutto la pressione sugli ospedali. Tra le città più colpite, oltre a Delhi, ci sono anche Mumbai, Lucknow e Ahmedabad. Alcuni stati hanno già segnalato la saturazione dei reparti di terapia intensiva e anche i risultati dei tamponi iniziano a ritardare a causa della domanda in eccesso. Sui social si vedono immagini di cimiteri affollati, file di ambulanze davanti agli ospedali, obitori pieni, carenza di ossigeno e farmaci e persone che sono in due sui letti nei corridoi degli ospedali. 

Il governo indiano, secondo gli esperti, ha ignorato gli avvertimenti della seconda ondata. Il ministro della salute Harsh Vardhan, ad inizio marzo, aveva dichiarato che il Paese era alla fine della pandemia. Proprio per questo si è tenuto il famoso festival di Indù del Kumbh Mela che si è celebrato nelle scorse settimane sul fiume Gange, a cui hanno partecipato milioni di fedeli, senza mascherine e senza rispetto delle norme di sicurezza. Non bisogna sottovalutare l’individuazione di una nuova variante, chiamata “indiana”, più aggressiva e contagiosa. A questo si aggiunge il rallentamento della campagna vaccinale. Fino alla scorsa settimana sono state somministrate nel Paese circa 100 milioni di dosi, ma ora iniziano a mancare. Il Serum Institute of India, il più grande produttore di vaccini del Paese, ha spiegato che non sarebbe stato in grado di aumentare le forniture prima di giugno. P Srinath Reddy, presidente della Public Health Foundation of India, ha spiegato alla BBC che “alcuni pensavano che avessimo raggiunto l’immunità di gregge“, per questo volevano tornare al lavoro e alla propria vita.