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Covid, infermiera trova il marito tra i pazienti in terapia intensiva: il racconto di Marianna

Trova il marito affetto da covid in terapia intensiva

A lieto fine la storia dell'infermiera barese: "ma quei giorni sono stati tremendi", racconta.

Il reparto terapia intensiva per i malati di Covid è senza dubbio uno dei luoghi di lavoro più stressanti, soprattuto da un anno a questa parte, ma sembra non esserci mai limite al peggio, o almeno questo è quello che avrà pensato Marianna Scarano, infermiera di Noci in servizio nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari; di certo non sarà stata una bella esperienze constatare che, tra i nuovi pazienti in arrivo nel reparto terapie intensive, figurava suo marito Vincenzo

Infermiera covid trova il marito in terapia intensiva

Il signor Vincenzo, 43 anni, appuntato dei Carabinieri, era infatti stato portato d’urgenza nell’ospedale in cui lavorava la moglie a causa di un repentino abbassamento del valore di saturazione. Sottoposto a tampone con risultato positivo, il paziente era stato veicolato nel reparto per la terapia intensiva, per ulteriori accertamenti.

L’incontro con la moglie Marianna è raccontato dalla stessa come un’espereinza devastante: “Pensavo che di lì a breve sarebbe stato intubato, ho temuto che non ce l’avrebbe fatta, ma non ho mollato un solo istante. È stata una situazione sconvolgente, dopo lo stress di tutti questi mesi passati in terapia intensiva mi sono trovata di fronte a una situazione impensabile: è stata un’esperienza fortissima, fare l’infermiera a una persona cara è un’emozione unica, difficile da descrivere”.

Una storia incredibile e struggente, ma con un lieto fine: le condizioni di Vincenzo sono migliorate, ed il rischio di intubamento è stato scongiurato.

“Ce l’abbiamo fatta grazie al grande e instancabile lavoro di tutti medici, infermieri e operatori sanitari che ogni giorno curano e salvano i pazienti con professionalità e dedizione”, racconta serenamente l’infermiera.

Le speranze di tutti sono ovviamente rivolte al vaccino per il Coronavirus, di modo che tali avvenimenti possano essere scongiurati in partenza.