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Covid, infettivologo Cauda: "Giusto dare la priorità ai giovani sui vaccini"

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L'infettivologo Roberto Cauda, ad Agorà Estate, su Rai3, ha dichiarato che ora è il momento di dare la priorità ai giovani per i vaccini.

L’infettivologo Roberto Cauda, ad Agorà Estate, su Rai3, ha dichiarato che ora è il momento di dare la priorità ai giovani per i vaccini in quanto, secondo lui, le fasce più a rischio sono già state messe in sicurezza.

Covid, infettivologo Cauda: “Priorità ai giovani sui vaccini”

Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, ha parlato su Agorà estate della possibilità per i ragazzi dai 12 ai 18 anni di aderire alla campagna vaccinale senza prenotazione. Secondo il medico è il momento di dare la priorità ai giovani per la vaccinazione anti-Covid, “anche perché le fasce più a rischio, ovvero le persone che nelle passate ondate hanno pagato il tributo più alto in termini sia di decessi sia di ricoveri in terapia intensiva, sono state messe in sicurezza“. “Resta ancora qualche milione di italiani al di sopra di 50 anni che bisognerebbe avvicinare e cercare di convincere a vaccinarsi. Molti reputo che non siano no vax in senso stretto, ma siano solo esitanti. In generale la campagna vaccinale in Italia sta andando bene. E adesso rivolgersi ai giovani credo sia una priorità” ha spiegato.

Covid, infettivologo Cauda: “Le mascherine funzionano”

Cauda ha parlato anche del problema dei trasporti, in vista della ripresa a settembre delle attività e delle scuole. “Sugli autobus meno persone ci sono e meglio è, anche se questa affermazione sembra una banalità. Bisognerà fare dei conti per calcolare la possibilità di mantenere la distanza adeguata. Ma, soprattutto, dipenderà, in modo molto critico, dall’impiego corretto della mascherina e dal senso di responsabilità delle persone” ha spiegato. “Sul fatto che le mascherine funzionino abbiamo una prova indiretta. Lo scorso anno non abbiamo avuto quegli 8 milioni di casi di influenza che vedevamo tutti gli anni. Ora quello delll’influenza è un virus diverso da quello del Covid, ma le modalità di trasmissione sono identiche e la modalità di prevenzione lo stesso” ha aggiunto l’infettivologo.

Covid, infettivologo Cauda: i trasporti

Tornando sull’argomento trasporti, ha spiegato che “al di là di quello che può essere un numero stabilito per la capienza degli autobus, che può essere aggirabile perché magari non ci sono i controlli, l’importante è il senso di responsabilità delle persone e, al tempo stesso, l’incremento della campagna vaccinale. Il rischio dei vaccinati di contrarre l’infezione è minimo” ha aggiunto l’infettivologo.