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Covid Landini: "Vaccino obbligatorio per tutti, non solo per i lavoratori"

Maurizio Landini

Landini ha chiesto al governo di rendere il vaccino obbligatorio per tutti e non solo per i lavoratori: "un anno necessario per tutelare la salute".

Il segretario generale della CGIL Maurizio Landini ha proposto di rendere obbligatorio il vaccino per tutti i cittadini e non solo per i lavoratori chiedendo al governo un atto di responsabilità di fronte alla recrudescenza del virus. Si è poi espresso sulla Legge di Bilancio e sullo sciopero nazionale del 16 dicembre.

Landini sul vaccino obbligatorio

Intervistato da Repubblica, il leader sindacale ha spiegato che è da agosto che chiede all’esecutivo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per tutti accanto ad un’iniziativa pubblica di informazione che coinvolga tutti i soggetti interessati. Questo perché il virus riguarda tutti e non solo i lavoratori. Anzi, “i luoghi di lavoro, grazie ai protocolli che abbiamo firmato con il governo e le aziende, non sono risultati focolai della trasmissione del virus e il contagio avviene fuori, sui mezzi di trasporto pubblici e nei posti affollati“.

Per Landini rendere il vaccino obbligatorio è un atto necessario anche per richiamare ad una responsabilità collettiva tutte le persone da cui oggi dipende la tutela della salute.

Landini sul vaccino obbligatorio e sullo sciopero del 16 dicembre

Quanto poi allo sciopero nazionale, indetto da CGIL e UIL lo scorso 16 dicembre per cambiare la Legge di Bilancio che invece è stata approvata senza modifiche, il segretario lo ha definito importante e riuscito perché ha dato voce e rappresentanza al malessere sociale che c’è nel Paese. “La politica deve tornare ad occuparsi delle condizioni reali di vita e di lavoro delle persone anche per ricostruire un clima di fiducia messo in crisi dalla pandemia”, ha sottolineato.

Quanto alla Legge di Bilancio, ha concluso, si è limitato a constatare che in tanti, dall’Ufficio parlamentare di bilancio a Confindustria, hanno dato ragione alle critiche della CGIL sulle misure fiscali che premiano i ceti medio alti e non quelli in basso.