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Covid, lo studio internazionale sugli autoanticorpi: “Implicazioni terapeutiche molto importanti”

Studio

Uno studio internazionale incentrato sul ruolo degli autoanticorpi nelle infezioni Covid potrebbe avere implicazioni terapeutiche molto importanti.

Un recente studio condotto tra gli Stati Uniti d’America, la Francia e l’Italia si è concentrato sull’azione degli autoanticorpi e sulla loro capacità di neutralizzare molecole note come interferoni. In questo modo, è emerso che tutti i soggetti che possiedono autoanticorpi sviluppano forme gravi se infettati dal coronavirus.

Covid, lo studio internazionale sugli autoanticorpi: forme gravi di infezione

Nella giornata di giovedì 19 agosto, sulla rivista scientifica Science Immunology sono apparsi due articoli che potrebbero rivelarsi fondamentali nel contesto della gestione clinica della sintomatologia grave indotta dal SARS-CoV-2. Gli articoli, in particolare, si incentrano sugli autoanticorpi e sulla loro azione di neutralizzazione degli interferoni, molecole che svolgono un ruolo cruciale nella formulazione di una corretta risposta immunitaria al coronavirus.

A proposito degli autoanticorpi, infatti, è stato rilevato che tutti i soggetti che li possiedono hanno una risposta immunitaria insufficiente rispetto all’infezione da Covid e, pertanto, sviluppano forme gravi di malattia.

Covid, lo studio internazionale sugli autoanticorpi: l’indagine condotta

Le due ricerche apparse su Science Immunology sono state condotte da un consorzio internazionale di ricercatori. Hanno partecipato, infatti, gli scienziati americani del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), della Rockfeller University di New York; gli scienziati francesi dell’Università di Parigi; gli scienziati italianidell’Università di Milano-Bicocca coadiuvati dall’Asst di Monza che hanno messo a disposizione il considerevole archivio “Storm” afferente ai pazienti Covid.

Nello specifico, gli studi hanno mostrato che, negli over 60, la presenza degli interferoni di tipo I tende ad aumentare e rappresentano la causa che determina forme di Covid grave nel 20% circa dei casi. Inoltre, i ricercatori hanno anche osservato che l’insorgere di autoanticorpi precede temporalmente il manifestarsi dell’infezione scatenata dal SARS-CoV-2. Un simile dato rende possibile prevenire il sopraggiungere della malattia e giocare d’anticipo facendo ricorso ai vaccinie trattamenti preventivi basati sugli anticorpi monoclonali.

Covid, lo studio internazionale sugli autoanticorpi: il progetto Storm

Lo studio sugli autoanticorpi è stato commentato dal professore di Malattie infettive di Milano-Bicocca, Paolo Bonfanti, e dal professore di Pediatria del medesimo ateneo, Andrea Biondi, che hanno spiegato: “Questi risultati potrebbero avere implicazioni terapeutiche molto importanti: anzitutto la ricerca degli anticorpi anti-interferone potrebbe divenire un test di screening vista la discreta frequenza di questi autoanticorpi nella popolazione generale con il progredire dell’età. In secondo luogo, i pazienti con autoanticorpi contro l’interferone di tipo I dovrebbero essere vaccinati contro Covid prioritariamente. E infine, in caso di infezione da Sars-CoV-2, le persone non ancora vaccinate in cui fosse rilevata la presenza di questi autoanticorpi, dovrebbero essere ricoverate in ospedale per una corretta gestione clinica. Il trattamento precoce con anticorpi monoclonali potrebbe essere somministrato in questi pazienti prima che compaiono sintomi di polmonite da Covid”.

Infine, gli esperti Bonfanti e Biondi hanno commentato l’indagine sviluppata sfruttando i dati fondamentali raccolti nel contesto del progetto Storm, precisando: “Questi studi sono la prosecuzione di un progetto di ricerca internazionaleiniziato fin dai primi mesi della pandemia, volto a studiare le cause alla base dell’estrema multiformità della malattia, che può manifestarsi con uno spettro che varia dall’infezione asintomatica alla morte rapida. Da tempo le ricerche si sono concentrate sulle cause genetiche di tali diversità ed in particolare sul ruolo di alcune proteine prodotte dalle cellule del sistema immunitario, come gli interferoni, che condizionano la risposta favorevole a Covid-19″.