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Covid, monitoraggio Gimbe: calano i nuovi contagi ma anche i tamponi effettuati

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Il monitoraggio della Fondazione Gimbe ha segnalato un calo dei nuovi contagi, ma anche una diminuzione dei tamponi effettuati.

L’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, secondo cui nella settimana dal 31 marzo al 6 aprile 2021 si è riscontrato un calo dei nuovi contagi, ha svelato che c’è stata una preoccupante diminuzione dei tamponi effettuati.

Dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe

Il monitoraggio ha registrato un calo dei nuovi positivi e dei test effettuati, ma anche dei decessi. I ricoveri con sintomi e le terapie intensive, invece, sono rimasti stabili. Rispetto alla settimana precedente si è riscontrata una diminuzione del 4,4% dei decessi, dell’11,1% dei nuovi casi, dell’1,4% delle persone in isolamento domiciliare e dell’1,3% dei casi attualmente positivi e un aumento dello 0,4% dei ricoverati con sintomi e dello 0,7% dei pazienti in terapia intensiva. “Per la terza settimana consecutiva continua la lenta discesa dei nuovi casi, anche se il calo degli ultimi giorni è sovrastimato per il tracollo dell’attività di testing durante il periodo pasquale: -128.141 persone testate rispetto alla settimana precedente e -304.499 rispetto a quella ancora prima” ha sottolineato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe. La percentuale dei nuovi casi sta crescendo, invece, in quattro Regioni, in modo particolare in Sicilia e in Sardegna, dove l’incremento ha superato il 50%. “La lentezza con cui scendono i nuovi casi insieme alla limitata copertura vaccinale dei soggetti più fragili non permettono di ridurre la pressione sugli ospedali, dove la situazione rimane critica” ha spiegato Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione. Per quanto riguarda le soglie di allerta di occupazione dei posti letto si hanno otto Regioni sopra la soglia per l’area medica e 14 sopra la soglia per le terapie intensive. Secondo il monitoraggio sulle forniture dei vaccini al 7 aprile risultano consegnate 14.017.310 dosi, ovvero l’89,3% di quelle previste per il primo trimestre.

Fissando a domenica 4 aprile il termine del 1° trimestre risultano consegnati quasi il 90% dei vaccini attesi, anche se va ricordato che la prima versione del Piano vaccinale prevedeva oltre il doppio delle dosi, ben 28,3 milioni” ha spiegato Cartabellotta. Un terzo delle forniture è stato consegnato nelle ultime due settimane. Con questa distribuzione rischia di saltare il target fissato dal governo dei 500.000 vaccini al giorno. Nel periodo 1 marzo-6 aprile sono state somministrate in media 193.021 dosi al giorno. “Tra tagli alle forniture, temporaneo stop ad AstraZeneca e consegne trimestrali ‘last minute’ i numeri di marzo sono lontani dagli obiettivi del piano Figliuolo, che prevedeva di raggiungere 210.000 somministrazioni al giorno a metà
marzo e 300.000 entro il 23 marzo. E soprattutto le 500.000 somministrazioni al giorno dal 15 aprile sono ancora un miraggio che rischia ulteriori rallentamenti per le eventuali restrizioni e, soprattutto, le diffidenze individuali sul vaccino AstraZeneca” ha spiegato Cartabellotta.

Vaccini e nuovi contagi

Al 7 aprile hanno completato il ciclo vaccinale, con la seconda dose, 3.593.223 milioni di persone, con grosse differenze regionali. Degli oltre 4,4 milioni di over 80, hanno completato il ciclo vaccinale 1.627.429 persone, mentre 1.264.690 hanno ricevuto solo la prima dose. Nella fascia 70-79 anni, su 5,9 milioni di persone solo 131.931 hanno completato il ciclo vaccinale e 853.458 hanno ricevuto la prima dose. “La lenta discesa dei contagi nelle ultime due settimane sovrastimata dal drastico calo dei tamponi non deve alimentare irrealistiche illusioni. Oggi siamo in piena terza ondata, con una situazione ospedaliera molto critica in oltre metà delle Regioni e, al di là dell’aneddotica e di studi preliminari, non esistono terapie domiciliari di documentata efficacia utilizzabili su larga scala per ridurre le ospedalizzazioni. Sul fronte vaccini, il ritmo della campagna è ancora lontano dagli obiettivi fissati per aprile dal piano Figliuolo, il caso AstraZeneca rischia di determinare ulteriori rallentamenti, la copertura vaccinale di anziani è ancora insufficiente e quella dei soggetti fragili non nota” ha spiegato Cartabellotta.

Nel piano delle riaperture è fondamentale tenere conto che non sono stati attuati interventi strutturali né a livello sanitario (potenziamento testing & tracing) né a livello di sistema (mezzi di trasporto, areazione scuole e locali pubblici, etc). In questo scenario, spettano al Governo Draghi ardue scelte politiche per contemperare il diritto alla salute con gli altri diritti e le libertà tutelati dalla Costituzione al fine di consentire il rilancio delle attività economiche e la ripresa del Paese” ha concluso l’esperto.