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Covid, nuove varianti Mu e C.1.2 scoperte in Africa e America Latina: sintomi e diffusione

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Le varianti Mu e C.1.2 del covid, due mutazioni tenute sotto stretta osservazione da parte dell'Oms.

Dal passato recente della pandemia abbiamo imparato che uno dei rischi più cocreti è che laddove il contagio dilaga possono crearsi delle nuove varianti del covid che rischiano di eleudere la schermatura offerta dal vaccino. È bene dunque monitorare bene come il virus cambia ed evolve, andando così a declinare le restrizioni in base a questo fondamentale parametro. Negli ultimi mesi nello specifico, si parla molto di due nuove varianti, la Mu e la C.1.2.

Covid, le nuove varianti Mu e C.1.2

Nello specifico l’Istituto Nazionale delle Malattie Trasmissibili del Sudafrica ha annunciato lo scorso 30 agosto la presenza sul suo territorio nazionale di una nuova mutazione del virus, la C.1.2 per l’appunto, che da quel momento è stata tenuta sotto forte osservazione. Alcuni casi sono stati poi registrati in Cina, negli Stati Uniti e in Portogallo, con la paura della comunità scientifica che questa mutazione possa andare ad intaccare il lavoro di schermatura di massa in atto con la vaccinazione. Dal Sudafrica gli esperti che studiano la variante hanno rilasciato una nota nella quale si legge: “Il sospetto è la C.1.2 potrebbe eludere parzialmente la protezione dei vaccini. Ma questi ultimi continueranno a offrire alti livelli di protezione contro il ricovero e la morte”.

Nuove varianti covid: Mu e C.1.2

Oltre la C.1.2, a preoccupare particolarmente è la cosiddetta variante Mu, scoperta per la prima volta in Colombia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha considerata come una di quelle da monitorare con grande interesse a livello globale. Attualmente questa mutazione ha una grande diffusione in buona parte del sudamerica, con un’incidenza maggiore in Ecuador, mentre a livello mondiale resta ancora minima la sua circolazione, si tratta dello 0,1% dei casi del pianeta.

 

 

 

Varianti Mu e C.1.2, le nuove mutazioni del covid

In Europa invece a preoccupare principalmente è la variante Delta. Questa aumenterebbe il rischio di ospedalizzazione nei pazienti che la contraggono, con l’Università di Cambridge che parla di una probabilità doppia di finire in ospedale con la Delta. In virtù della possibilità dell’arrivo di nuove varianti, l’appello dell’Oms è sempre quello ad incentivare in tutti i territori nazionali le vaccinazioni.