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Covid, Omicron: quali sono i pericoli della variante con più mutazioni

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Covid, i pericoli di Omicron: la variante sudafricana presenta nuove mutazioni che la rendono molto più trasmissibile e che eludono gli anticorpi

La variante di origine sudafricana si sta diffondendo anche in Europa e mostra un’infettività parecchio elevata. Il motivo sarebbe dovuto alle numerose mutazioni all’interno delle proteine del virus.

Covid, variante Omicron: contagi alle stelle

La prima infezione confermata della nuova variante B.1.1.529 risale al 9 novembre 2021, nel Botswana. Ad oggi, Omicron sta facendo registrare un numero di infezioni giudicato «vertiginoso» dall’Agenzia delle Nazioni Unite e si sta diffondendo anche in Europa.

Negli ultimi 7 giorni, in Sudafrica, in particolare nella provincia del Gauteng, il tasso di positività è aumentato dall’1% al 30%. Non è noto se questi casi siano tutti riconducibili a infezioni legati alla nuova variante, ma la tempistica dell’impennata di contagi è sospetta.

Covid, variante Omicron: le mutazioni

La nuova variante, precisa l’Oms, ha un alto numero di mutazioni, alcune delle quali definite «preoccupanti». A livello della sola proteina Spike – responsabile del contagio nelle cellule umane – Omicron presenta 32 mutazioni, alcune mai viste, mentre altre sono collegate a varianti con alto tasso di trasmissibilità e infettività.

Lo stesso Oms – Organizzazione mondiale per la Sanità – annuncia in una nota che «prove preliminari suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con questa variante», ipotizzando che «potrebbe avere un vantaggio di crescita».

Covid, variante Omicron: la protezione dei vaccini

Attualmente gli esperti non hanno ancora definito se questa nuova variante abbia la capacità di eludere l’immunità indotta dai vaccini. Saranno ancora necessarie almeno due-tre settimane per un’analisi completa e accurata delle nuove – e numerosissime – mutazioni e delle possibili combinazione.

Prove di laboratorio ne confermano una maggiore trasmissibilità; altre fanno riferimento alla capacità di sfuggire al riconoscimento da parte degli anticorpi.  J. P. Weiland, esperto di modellazione di dati sulla diffusione delle malattie infettive, ha calcolato che la nuova variante è più trasmissibile del 500% rispetto al virus originario.