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Covid: report Aifa, in aumento le prescrizioni di pillole antivirali

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Milano, 9 dic. (Adnkronos Salute) - Continua la tendenza all'aumento per le prescrizioni di pillole antivirali anti-Covid in Italia. Secondo il 24esimo rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa sull'impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, nel periodo dal 24 al ...

Milano, 9 dic. (Adnkronos Salute) – Continua la tendenza all'aumento per le prescrizioni di pillole antivirali anti-Covid in Italia. Secondo il 24esimo rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa sull'impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, nel periodo dal 24 al 30 novembre le richieste di farmaco sono cresciute del 13% circa sia per il molnupiravir (Lagevrio*) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) sia per Paxlovid* (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer

Complessivamente, salgono a 149.318 i pazienti Covid curati a casa con molnupiravir e Paxlovid: finora i trattamenti avviati per Lagevrio sono stati 54.830 e quelli avviati per Paxlovid 94.488, di cui 60.213 attraverso la distribuzione per conto (Dpc) in farmacia, una voce quest'ultima che in 2 settimane è aumentata di oltre il 10%. Considerando i dati al primo dicembre, si rileva rispetto all'ultimo rapporto un aumento dell'8,3% per i trattamenti avviati con Paxlovid e del 4,5% per Lagevrio. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 319 strutture, Paxlovid in 331. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall'apertura del monitoraggio è quello del Lazio (7.091), mentre per Paxlovid in testa c'è la Lombardia (12.058).

Per quanto riguarda infine l'antivirale remdesivir, le voci sono due, entrambe in crescita: risultano in totale 25.868 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+7,6% rispetto all'ultimo monitoraggio di 2 settimane fa) e 107.420 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+1,6%). Stringendo il focus agli ultimi 7 giorni monitorati (23-29 novembre), per remdesivir si osserva un aumento del 20% per i non ospedalizzati e di quasi il 10% per i ricoverati.