> > Covid, scoperta nuova variante messicana in Italia: deriva dal ceppo indiano

Covid, scoperta nuova variante messicana in Italia: deriva dal ceppo indiano

Covid variante messicana

Un team di ricerca dell'Università di Bologna ha scoperto una nuova variante proveniente dal Messico. Si è diffusa anche in Europa.

T478K, si chiama così la nuova mutazione che deriva dalla proteina Spike e che è stata rilevata principalmente in Messico dove si sarebbe particolarmente diffusa segnando circa la metà dei casi di Coronavirus. Dopo la variante inglese, indiana, sudafricana e brasiliana arriva ora dal Messico un’altra mutazione che deriverebbe dal ceppo indiano.

La scoperta è stata effettuata da un team di ricerca italiano e nello specifico dai ricercatori del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna. La nuova variante Messicana si è diffusa rapidamente in Europa arrivando in Danimarca, Svizzera, Germania e in Italia dove i casi sarebbero per ora 4. 

Covid variante messicana, “una mutazione sotto osservazione”

Lo studio sulla mutazione T478K è stato pubblicato sul Journal of Medical Virology. Tale mutazione  che sarebbe considerata “sotto osservazione” dall’agenzia ECDC (Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie), deriverebbe dalla variante indiana considerata attualmente la variante che desterebbe una particolare preoccupazione per via della grande capacità di diffondersi. 

Stando a quanto riportato dal professore del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’ateneo di Bologna Federico Manuel Giorgi, si parlerebbbe di una velocità di trasmissione del virus che sarebbe simile a quella “della più nota variante inglese”. 

Covid variante messicana, “Crescita e velocità simili a quelle della variante” 

Il professor Federico Manuel Giorgi ha spiegato la grande capacità di diffusione di questa mutazione che eguaglierebbe quella inglese mettendo in evidenza come: “La mutazione della proteina Spike che la caratterizza si localizza nel dominio di interazione con la proteina umana ACE2, il recettore a cui il coronavirus si lega per infettare le cellule, e questo probabilmente favorisce la sua diffusione”.

Gli esperti avrebbero inoltre osservato come T478K avrebbe inoltre la capacità di “alterare in modo significativo la carica elettrostatica superficiale della proteina e, di conseguenza, anche l’interazione sia con la proteina umana ACE2, sia con gli anticorpi del sistema immunitario e l’azione dei farmaci”. 

Covid variante messicana, dove si è diffusa 

Nel frattempo la variante messicana è stata rilevata in alcune zone dell’Europa come la Svizzera, la Germania, la Danimarca in Italia dove sarebbero 4 i casi finora registrati. Rilevata inoltre negli Stati Uniti. Ad ogni modo stando a quanto precisato dall’esperto Federico Manuel Giorgi la situazione sarebbe sotto controllo. 

“La grande quantità di dati disponibili a livello internazionale ci permette di tenere la situazione sotto controllo quasi in tempo reale, monitorando la diffusione delle varianti del coronavirus nelle diverse aree geografiche. È molto importante continuare questo lavoro anche nei prossimi mesi per poter mettere in campo in modo tempestivo contromisure efficaci”.