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Covid, Sebastiani (Cnr-Iac): “Frena discesa curva dei contagi, forse causata dalla riapertura delle scuole"

Covid

Il matematico Giovanni Sebastiani ha esaminato il rapporto che sussiste tra la frenata della curva dei contagi Covid e la riapertura delle scuole.

Il matematico Giovanni Sebastiani, membro dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac), si è espresso in merito al rapporto che sussiste tra la scuola e la curva dei contagi provocati dal coronavirus.

Covid, Sebastiani: il rapporto tra la curva dei contagi e le riaperture

In relazione alle indagini condotte dal matematico del Cnr-Iac Giovanni Sebastiani, in Italia, la discesa della curva deicontagi causati dal Covid “negli ultimi giorni rivela segnali iniziali di frenata, probabilmente dovuta al ritorno alla didattica in presenza”.

Inoltre, gli studi dimostrano che, a dieci giorni di distanza dalle riaperture previste per il prossimo 26 aprile, l’incidenza di soggetti positivi al SARS-CoV-2 supera la soglia fissata per la zona rossa, pari a 250 contagi a settimana per 100.000 abitanti, in 11 delle 107 provincie italiane. Al contempo, altre 14 province italiane superava la soglia di 200 contagi.

Commentando i dati ottenuti attraverso le analisi effettuate, il matematico del Cnr-Iac ha dichiarato: “Alla luce di questi dati sarebbe opportuno che le riaperture avvenissero a fine maggio, quando avremo vaccinato in modo completo, ossia con entrambe le dosi, tutte le persone con 70 anni o più virgola che corrispondono all’86% della mortalità per COVID-19, salvando così almeno 10.000 vite umane”.

A proposito della frenata della discesa dei contagi recentemente emersa, poi, Sebastiani ha spiegato che simili cifre emergono principalmente “dall’analisi delle differenze percentuali settimanali della curva, della percentuale dei positivi sui tamponi molecolari e della curva dell’incidenza di tutti i positivi”.

Infine, il matematico ha anche ribadito: “Riaprendo a fine maggio, saremo nelle condizioni di rischio calcolato, rischio rilevante con i valori non bassi dell’incidenza in cui ci troviamo, dello sviluppo di nuove varianti che potrebbero essere resistenti ai vaccini somministrati fino ad allora. Riaprendo tra dieci giorni, è sbagliato parlare di rischio calcolato. Infatti, il rischio in generale è riferito a eventi che non possiamo prevedere con certezza, mentre in questo caso è certo che, riaprendo tra dieci giorni avremo un aumento dell’incidenza, come sta avvenendo negli Stati Uniti virgola che hanno riaperto nel mezzo della campagna di vaccinazione di massa, senza aver prima salvato nel nostro paese almeno 10.000 vite umane, secondo i miei calcoli”.