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Covid, Signorelli: "Rischio contagio spazi all'aperto bassissimo, concentrarsi su bus e treni regionali"

Carlo Signorelli sul rischio contagio covid spazi all'aperto

Il professore di Igiene dell’università San Raffaele parla del rischio contagio covid all'aperto e nei luoghi chiusi

Il Professor Carlo Signorelli si esprime sul recente aumento della capienza di luoghi della cultura e stadi:  “il rischio di contagio negli spazi all’aperto è bassissimo, tanto più che adesso c’è l’obbligo di presentare il Green pass. Concentriamoci piuttosto sui luoghi critici”

Covid, aumento capienze e rischio contagio 

In un’intervista al Corriere della Sera il Professor Carlo Signorelli – ordinario di igiene all’università Vita e Salute San Raffaele, past president della società italiana di igiene (Siti) – si è espresso sul recente aumento delle capienze di pubblico nei luoghi della cultura – come musei e teatri – e stadi all’aperto. Evidenziando alcune contraddizioni ed invitando a concentrarsi soprattutto sul problema del trasporto pubblico regionale.

“Rischio contagio covid spazi all’aperto bassissimo”

“Lo ripeto e rimango della stessa idea: il rischio di contagio negli spazi all’aperto è bassissimo, tanto più che adesso c’è l’obbligo di presentare il Green pass. Concentriamoci piuttosto sui luoghi critici, quelli dove si creano assembramenti pericolosi. Ad esempio i mezzi di trasporto, i convogli delle linee ferroviarie regionali…”.

Per quanto riguarda invece gli eventi nei luoghi chiusi come cinema e teatri: “Il discorso cambia un po’. Nei luoghi chiusi i virus si trovano alla grande. Però sono d’accordo nell’aver ritoccato verso l’alto le percentuali della capienza, purché venga applicato rigorosamente l’obbligo di entrare con green pass e di non togliersi mai la mascherina da naso e bocca”.

Rischio contagio covid: le contraddizioni

Posto il basso grado di rischio contagio nei luoghi all’aperto, secondo il Professore piuttosto che concentrasi sulle capienze, occorrerebbe aumentare i controlli:

“Sarei più tollerante per quanto riguarda le manifestazioni open air dove i limiti di capienza erano soltanto sulla carta e non avevano una logica. Vedevi settori completamente vuoti e poi una parte degli spalti debordanti di pubblico. Non era certo quello il modo di soddisfare il requisito del 50%. Eppure si è andati avanti così. Adesso, con il green pass, il rischio si è molto ridotto. Sarei rigoroso però nel far indossare la mascherina e invece nessuno controlla”