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Covid, terapie intensive in affanno: quali sono le 14 regioni sopra la soglia critica

Terapie intensive in affanno: 14 regioni oltre soglia critica

L'elenco aggiornato con i dati Agenas mostrano che le terapie intensive italiane sono ancora sotto pressione: 14 regioni superano la soglia d'allerta.

L’elenco aggiornato con i dati Agenas mostrano che sono 14 le regioni che hanno superato la soglia critica del 30% di occupazione delle terapie intensive. A livello nazionale, il dato supera di 11 punti percentuali la soglia critica.

Terapie intensive sotto pressione in Italia

Da quanto emerge dall’ultimo bollettino del Ministero della Salute, a fronte di 7.767 nuovi casi diagnosticati, 421 morti Covid e un tasso di positività al 6,9%, è aumentato anche il numero dei pazienti ricoverati in area critica, che arriva a 3.743, (mentre oltre 200 sono stati i nuovi ingressi giornalieri).

I dati di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, aggiornati al 6 aprile 2021 mostrano che, a livello nazionale, è stata superata di ben 11 punti percentuali la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, (individuata al 30% dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020), arrivando ora al 41%.

A livello locale la situazione non migliora: sono 14, infatti, le regioni che hanno superato suddetta soglia.

Le 14 regioni in cui le terapie intensive sono in affanno

Le regioni che superano la soglia sono 14, sempre secondo dati Agenas. Le situazioni più difficili sono registrate in:

  • Lombardia (61%),
  • Provincia autonoma di Trento (59%),
  • Piemonte (58%),
  • Marche (57%),
  • Vale d’Aosta (50%),
  • Friuli-Venezia Giulia (49%).

Poi:

  • Emilia Romagna (48%),
  • Toscana (44%),
  • Lazio (42%),
  • Puglia (42%).

Poco sopra la soglia critica ci sono anche Liguria (35%) e Abruzzo (33%), mentre poco sotto la soglia c’è la Campania (26%). Si segnala ancheun aumento in Sardegna, dove i posti letto occupati dai malati Covid sono cresciuti del 7% in solo una settimana.

La Cabina di Regia sulla pressione ospedaliera

Durante il monitoraggio settimanale sulla situazione epidemiologica in Italia da parte della Cabina di Regia di venerdì 2 aprile, Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, aveva spiegato in conferenza stampa che “vediamo ora l’effetto di accumulo delle infezioni avute nelle scorse settimane. Passerà del tempo prima che si svuotino le terapie intensive, anche in area medica la percentuale tende a crescere. Dunque, la trasmissione sta diminuendo ma il carico sulle strutture sanitarie rischia di essere elevato per un tempo relativamente lungo”.

Rezza si è espresso anche riguardo le varianti: “C’è poi circolazione delle varianti, quella inglese è presenta all’86%, che ha sostituito completamente la variante precedente in meno di due mesi, perché maggiormente trasmissibile. Più 4% per la cosiddetta brasiliana, non è aumentata rispetto alle scorse settimane, ma ci preoccupa un po’ perché raggiunge punto del 20% in alcune regioni dell’Italia centrale”.