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CR7, l'impatto di un fenomeno che cambia il calcio italiano

CR7 day

Nella giornata di presentazione del nuovo acquisto della Juventus si è respirato un entusiasmo che la Serie A non vedeva da anni.

Fin dalle prime ore che ne hanno seguito l’ufficialità, nel pomeriggio di martedì 10 luglio, il passaggio di Cristiano Ronaldo alla Juventus è stato ribattezzato all’unanimità “il colpo del secolo“. Un’etichetta dovuta al costo dell’operazione e alla fama del giocatore, che ha però acquisito definitivamente un significato una settimana dopo, quando lunedì 16 luglio i bianconeri hanno dato il via al CR7 day, presentando il campione portoghese prima ai tifosi e poi alla stampa, con l’intermezzo delle visite mediche e del primo saluto ai compagni al centro d’allenamento. La giornata dedicata interamente all’arrivo fisico di Ronaldo a Torino è stata un autentico evento: i migliaia di sostenitori che si sono alternati ora dopo ora di fronte all’Allianz Stadium e le centinaia di giornalisti che si sono assicurati un posto alla conferenza stampa danno perfettamente la dimensione di un trasferimento a cui l’Italia e la Serie A non erano più abituati da anni. Le parole di Ronaldo, infine, hanno confermato come la Juventus si sia portato a casa non un giocatore sul viale del tramonto, ma un professionista carico e motivato a fare sempre meglio.

CR7 day, l’impatto di Ronaldo sulla Juve

Dal giorno dell’annuncio, ne avevano parlato tutti: il trasferimento più costoso nella storia della Juventus e della Serie A, l’arrivo del cinque volte Pallone d’Oro e cinque volte vincitore della Champions League.

Per capire esattamente però la dimensione del “colpo del secolo”, si è dovuto attendere lunedì 16 luglio, passato ormai alla storia come il “CR7 day“. L’attesa spasmodica di tutti gli sportivi è infatti terminata in questa giornata, durante la quale Cristiano Ronaldo si è presentato ufficialmente all’Italia e al mondo Juventus, dapprima con le visite mediche e poi, nel tardo pomeriggio, con le sue prime parole rilasciate alla stampa.

Dalle 9 di mattina alle ore serali, successive alla conferenza stampa, il piazzale in cui sorge l’Allianz Stadium è stato preso d’assalto da migliaia di tifosi, giunti sul luogo per vedere il velocissimo saluto dato da CR prima delle visite mediche, o anche semplicemente per respirare l’eccitazione che circondava la casa bianconera nel giorno della presentazione dell’acquisto più importante nella storia del club.

Anche nel pomeriggio, a poche ore dal primo incontro del portoghese coi giornalisti, l’area intorno allo stadio era in fermento come se stesse aspettando un big match serale, molte bancarelle con in mostra i prodotti della Juventus posizionate esattamente come nei giorni di partita, ma soprattutto tantissimi sostenitori accomunati dal vestiario: maglietta bianconera col nome di Ronaldo e il numero 7 sulle spalle, un “contagio” a cui sembra non essere scappato quasi nessun tifoso.

Con l’avvicinarsi dell’ora X, intesa come quella della conferenza, l’ingresso dell’Allianz Stadium riservato ai media comincia ad affollarsi sempre di più: centinaia di giornalisti accorrono per ritirare il loro pass e introdurre nello stadio le loro apparecchiature, ignari del cielo che sopra di loro promette pioggia.

Passo dopo passo, camminando tra fan e reporter, è sempre più netta la sensazione di stare vivendo una giornata storica, uno di quei momenti che la Serie A aveva dimenticato da tempo. Perché l’arrivo di Ronaldo porterà, ogni singolo weekend, gli occhi di tutto il mondo sul campionato italiano. Potrà essere, soprattutto alla lunga, anche una calamita per i giocatori, perché stimolante non sarà solo giocarci insieme, ma anche sfidarlo. Una voglia su cui i competitor dei bianconeri dovranno fare leva per convincere altre stelle ad approdare in Italia.

CR7, la presentazione

La decisione della Juventus di accantonare l’idea della presentazione di Cristiano Ronaldo in un Allianz Stadium che sarebbe stato probabilmente gremito aveva destato qualche perplessità e malcontento. Eppure, la scelta, come era già stato spiegato, rispecchia fedelmente la mentalità di un club per il quale un singolo, anche uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, non potrà mai superare la grandezza di una società.

Questione di mentalità, appunto, o forse di stile. Di certo, presentazione al pubblico o meno, il benvenuto bianconero a Ronaldo è stato comunque caloroso e di spessore: per le sue prime dichiarazioni ai giornalisti è stata infatti aperta la sala “Gianni e Umberto Agnelli“, contrariamente alle presentazioni dei vari Cancelo o Emre Can avvenute nei giorni precedenti.

Nella sala, gremita di giornalisti provenienti da ogni parte del mondo, si respirava un’eccitazione unica per un’occasione che sarà destinata a passare alla storia. Non a caso milioni di occhi erano collegati attraverso le telecamere per essere testimoni di un evento in cui la Juventus voleva ribadire una volta di più il suo prestigio, così come quello di tutta la Serie A.

Fedele alla scaletta, CR7 ha fatto il suo ingresso alle 18.30, mostrandosi sorridente e motivato per questa sua nuova sfida. Il resto lo hanno fatto le sue parole, cariche di orgoglio e ambizione che fanno dimenticare i 33 anni di cui parla la carta d’identità. D’altronde, lo stesso Ronaldo si è definito “diverso dagli altri“, da quei calciatori che alla sua stessa età “pensano che la carriera sia finita e vanno in Cina o in Qatar”.

Il giocatore che sorrideva, tra una battuta e l’altra, durante le risposte ai giornalisti non è dunque un campione venuto a svernare dopo aver vinto tutto per più volte con il club più importante al mondo, bensì un professionista per cui, per dirla a suo modo, esistono solo passi avanti. Il prossimo si chiama Juventus: la sua missione, si sa, sarà probabilmente completa solo in caso di vittoria della Champions League, “una competizione difficilissima da vincere”, come riconosce lui stesso.

Ma la differenza nel riuscire a prendere un giocatore di questa caratura sta proprio qui. A giudicare dall’entusiasmo che l’arrivo di Ronaldo ha generato nel mondo juventino, e di riflesso nel movimento calcistico italiano, comunque vada, questa operazione è già un successo.