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L'effetto domino del crack della Silicon Valley Bank e le conseguenze in Italia

Crack di SVB, ci sono rischi per l'Italia?

Fa attivi per 209 miliardi e depositi per 175,4: l'effetto domino del crack della Silicon Valley Bank e le conseguenze in Italia

L’effetto domino del crack della Silicon Valley Bank e le conseguenze in Italia sono al centro di ipotesi e timori degli analisti. I primi effetti e gli scenari inquietanti dopo il fallimento “a sorpresa” della sedicesima banca Usa sono sul tavolo dell’economia di settore e lo spettro, evocato ma non ancora certo, è che possa ripetersi il disastro che nel 2008 arrivò dagli Usa con Lehman Brothers.

Crack Silicon Valley Bank e conseguenze

Il dato di partenza è che il fallimento di Silicon Valley Bank ha terremotato ieri i mercati finanziari: il settore creditizio ha fatto registrare un collasso planetario perché Svb è la sedicesima banca americana per dimensione e fa attivi per 209 miliardi di dollari con 175,4 miliardi di depositi. Venne fondata nel 1983 da Bill Biggerstaff e Robert Medaris in California ed Svb è di fatto la stella polare delle startup Usa. Insomma, il clima è da pre disastro. E le conseguenze generali? Lo USD Coin ha perso l’aggancio al dollaro e le startup restano senza stipendi.

La paura di una nuova Lehman Brothers

Va detto che gli analisti non credono affatto che ci sarà un effetto domino paragonabile a quello che Lehman Brothers ma visto che gli istituti di credito sono in esposizione con il mercato dei titoli di Stato la paura è che dal mondo di start up e criptovalute i guai tracimino nell’universo bancario convenzionale degli stati, Italia inclusa. In che modo? Attraverso titoli bouquet delle altre banche che per prima hanno subito lo scossone.

I titoli bouquet e la Borsa di lunedì

Nelle ore in cui Svb veniva chiusa ed agganciata alla Fdic, l’agenzia federale che assicura i depositi, anche PacWest Bancorp, First Republic, Western Alliance sono finite nell’occhio del ciclone. First Republic e Western Alliance hanno cercato di calmare gli investitori dichiarando “che la loro liquidità e i loro depositi restano solidi”. Dove stiamo andando anche noi italiani lo si capirà soltanto lunedì alla riapertura dei mercati.