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Crisanti, 'Ddl per sottrarre a politica nomina Dg'

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Roma, 8 giu. (Adnkronos Salute) - “Il Ddl che presentiamo nasce dalla mia esperienza di direttore del Dipartimento di malattie infettive in Italia e dopo 27 anni di lavoro all’estero. Nella prima ho trovato che tutti i dirigenti della sanità erano di nomina politica, che aveva inf...

Roma, 8 giu. (Adnkronos Salute) – “Il Ddl che presentiamo nasce dalla mia esperienza di direttore del Dipartimento di malattie infettive in Italia e dopo 27 anni di lavoro all’estero. Nella prima ho trovato che tutti i dirigenti della sanità erano di nomina politica, che aveva influenza sulle decisioni. All’estero non è così, c’è un netto muro senza possibilità di influenza tra politica e sanità". Così Andrea Crisanti, virologo e senatore del Partito democratico, che oggi al Senato ha presentato con il collega Nicola Irto, il disegno di legge per le modifiche in materia di nomina del direttore generale delle Asl e aziende ospedaliere.

"Abbiamo molte aziende sanitarie commissariate anche per infiltrazioni mafiose – sottolinea – mancano le risorse, ma c’è un grave problema di efficienza del sistema sanitario e lo vediamo nelle liste d’attesa. Il Ssn ha necessità di un intervento che non è solo di risorse, perché non si devono mettere più soldi dove le corse non funzionano. Si deve agire e cominciare da come sono scelti i dirigenti del Ssn. Una disciplina che era stata già oggetto di una legge nel 2016, un tentativo di migliorare la qualità dei profili. Abbiamo presentato una petizione che ha raccolto 100mila firme in pochi giorni su questo tema, le persone hanno capito che c’è un problema serio”.

"Il Ddl vuole separare i ruoli della politica e della dirigenza nella sanità, la prima deve impedire che la sanità sia un terreno dove proliferano le disuguaglianze. Ma – ha rimarcato – vogliamo reclutare dei dirigenti che sappiano dire di no al presidente di una Regione se le decisioni che prende vanno contro la comunità”.

Il disegno di legge presentato oggi dai senatori Crisanti e Irto, quest'ultimo cofirmatario, interviene sugli articoli 2 e 3 del decreto legislativo del 4 agosto 2016 numero 171, che aveva istituito l'elenco nazionale – presso il ministero della Salute – dei Direttori generali dove le Regioni potevano attingere per nominare i manager. Ora il nuovo ddl prevede che "possono essere nominati direttori generali esclusivamente gli iscritti all'elenco nazionale dei Dg. A tale fine, la Regione rende noto, con apposito avviso pubblico, pubblicato sul sito internet istituzionale, l'incarico che intende attribuire, ai fini della manifestazione di interesse da parte dei soggetti iscritti nell'elenco nazionale".

La novità più rilevante è che il ddl prevede una commissione valutatrice non si limita a formare una rosa di candidati bensì seleziona il candidato da proporre per la nomina al presidente della Regione. E' il punto dell'articolo 1bis che prevede "la valutazione dei candidati per titoli e colloquio è effettuata da una commissione nominata dall’Autorità nazionale anticorruzione. La commissione – prosegue il ddl proposto da Crisanti – è composta da esperti, indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto d'interessi, di cui uno designato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e uno dalla regione e deve necessariamente comprendere almeno un rappresentante dei medici e un rappresentante degli operatori sanitari dell’ente in relazione al quale si procede, nonché un componente designato dalle associazioni di pazienti operanti nel medesimo ente e il sindaco del comune in cui ha sede l’ente in relazione al quale si procede o un suo delegato".

Altro cambiamento importante proposto nel ddl Crisanti che "non possono essere proposti per la nomina coloro che abbiano ricoperto l'incarico di direttore generale, per due volte consecutive, presso la medesima azienda sanitaria locale, la medesima azienda ospedaliera o il medesimo ente del Servizio sanitario nazionale o in altra azienda o ente avente sede nella medesima regione. La commissione resta in carica per l’intera durata dell’incarico in relazione al quale è stata nominata".