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Crisanti sul vaccino pediatrico: “Sono attendista, meglio correre con la terza dose”

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti ribadisce la sua posizione in merito al vaccino pediatrico: “Non ho dubbi ma sono attendista, meglio correre con la terza dose”

Sul vaccino pediatrico Andrea Crisanti è sempre stato scettico o quanto meno molto cauto e in una intervista al Corriere della Sera ha ribadito questa sua linea: “Sono attendista, meglio correre sulla terza dose”. Il microbiologo dell’università di Padova lo ha precisato bene: “Non sono contrario a vaccinare i bambini. Sono semplicemente attendista”.

Sul vaccino pediatrico Crisanti è attendista: “Aspettiamo Israele che è partita a tamburo battente”

Tuttavia Crisanti ha spiegato bene anche un fatto, che cioè le sue non sono remore, ma legittime aspettative mediche su elementi più certi: “Macché dubbi. Dico solo che non c’è fretta. Fra due mesi, quando avremo i dati di Israele dove sono partiti a tamburo battente con la campagna pediatrica, potremo concludere che questi vaccini sono sicuri”.

Crisanti è attendista sul vaccino pediatrico ma decisionista sulle terze dosi

Poi: “Sono certo che così sarà. Però è troppo presto per cominciare, adesso, con un piano di profilassi a tappeto. La fretta bisogna averla invece nel somministrare le terze dosi”. Quello che convince poco Crisanti è un dato: “L’Autorizzazione da parte dell’agenzia europea Ema al vaccino pediatrico è basata su uno studio che ha coinvolto circa duemila bambini. Una casistica limitata. Dal mio punto di vista e di altri colleghi con questi numeri si dovrebbe parlare al massimo di studio preliminare”.

Cosa non convince Crisanti degli studi Fda ed Ema e perché il microbiologo è attendista sul vaccino pediatrico

E ancora: “Mi chiedo inoltre a quale livello sociale appartengano i bimbi inseriti nello studio. Va quasi sempre a finire che a partecipare alle sperimentazioni siano le famiglie più vulnerabili”.E di fronte alle opposizioni sul fatto che si tratta di studi approvati in casisitica dall’americana Fda e dall’europea Ema Crisanti ribatte: “La valutazione di questi enti regolatori non esclude il diritto di critica”.