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Crisi climatica e Covid, Actionaid: "In Kenya serve acqua pulita"

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Roma, 18 mag. (askanews) - "Mi sveglio tutti i giorni molto presto per andare a prendere l'acqua al fiume sperando di tornare a casa entro le 8:30 e poi andare a scuola. Quando faccio tardi mi manca frequentare le lezioni". La storia di Japeth, 12 anni, è quella di migliaia di bambini in Kenya co...

Roma, 18 mag. (askanews) – “Mi sveglio tutti i giorni molto presto per andare a prendere l’acqua al fiume sperando di tornare a casa entro le 8:30 e poi andare a scuola. Quando faccio tardi mi manca frequentare le lezioni”. La storia di Japeth, 12 anni, è quella di migliaia di bambini in Kenya costretti ogni giorno a lottare per la sopravvivenza. Per loro ActionAid Italia lancia la campagna sms solidale “Dai acqua al suo futuro” con l’obiettivo di sostenere le famiglie dei territori più vulnerabili del Paese, in particolare della Contea di Isiolo, colpite duramente dalla crisi climatica e dall’impatto sanitario ed economico della pandemia.

Nel Paese africano, specialmente nelle zone aride e semi-aride, l’accesso all’acqua pulita è messo a dura prova dal cambiamento climatico, con fenomeni meteorologici estremi che vanno dalla siccità alle alluvioni improvvise. “Nella Contea di Isiolo il 93% della popolazione non ha accesso ad acqua sicura e pulita entro 5 chilometri di distanza dalla propria dimora e oltre il 73% dei villaggi si affida a fonti d’acqua non sicure. Questo ha conseguenze drammatiche sulla possibilità di produrre cibo a sufficienza. A pagare il prezzo più alto sono come sempre le categorie più vulnerabili, donne e bambini”, spiega Laura Cozzi, Capo Dipartimento Acquisizione ActionAid Italia.

“La nostra sopravvivenza dipende dal nostro bestiame ma a causa della siccità non abbiamo abbastanza pascolo per i nostri animali”, racconta Payoot, 36 anni, madre di sette figli.

Si stima siano circa 1,4 milioni le persone, in gran parte nelle zone aride e semi-aride del Paese, affette da malnutrizione acuta. E in un contesto socioeconomico già fragile, l’emergenza sanitaria ha colpito ulteriormente la popolazione, spingendo sotto la soglia di povertà altri due milioni di persone, mentre i posti di lavoro andati in fumo dall’inizio della pandemia si stima siano circa 1,7 milioni.

In Kenya ormai la ripetuta alternanza tra lunghi periodi di desertificazioni dei terreni e violente piogge ha ricadute drammatiche anche sul diritto all’istruzione dei più piccoli. Durante l’ultima stagione umida, infatti, le intense precipitazioni hanno provocato frane e inondazioni danneggiando e rendendo inaccessibili numerosi edifici scolastici.

Al pari delle piogge torrenziali, anche la siccità può tenere lontani i ragazzi dalle scuole: “Gli alunni smettono di venire a lezione quando devono cercare nuovi pascoli per il bestiame”, spiega Erik, che insegna a 75 bambini della scuola primaria di Longopito, dove non ci sono acqua né servizi igienici adeguati.

Se acqua pulita e buone pratiche igienico-sanitarie rappresentano la prima arma per arginare la diffusione nel virus, in Kenya, come nel resto del Continente, a mancare sono anche i vaccini. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, all’Africa è andato meno del 2% delle dosi finora somministrate a livello globale.

Per questo ActionAid ha aderito alla People’s Vaccine Alliance, la rete di organizzazioni che si batte per una distribuzione equa e gratuita dei vaccini: “Ci appelliamo ai Paesi ricchi affinché venga rimosso il monopolio sui brevetti detenuto dalle case farmaceutiche. Solo così sarà possibile aumentare la produzione su larga scala di vaccini sicuri, efficaci e accessibili anche ai Paesi più poveri. La pandemia ha reso evidente una volta di più l’interconnessione tra gli Stati e reso necessaria la solidarietà: o ci salviamo tutti o non si salva nessuno”, commenta Katia Scannavini, Vice Segretaria Generale ActionAid Italia.