> > Crisi idrica nel Casertano, FdI mette pool di avvocati a disposizione dei com...

Crisi idrica nel Casertano, FdI mette pool di avvocati a disposizione dei commercianti

Crisi idrica

Crisi idrica, questione molto accesa in Italia alimentata dalle alte temperature. L'ennesimo polverone si alza nel Casertano. Trentadue Provincie più il capoluogo sono rimaste senza acqua durante tutta la giornata del 5 Agosto. Per questo motivo, è intervenuta l'organizzazione provinciale Fratelli...

Crisi idrica, questione molto accesa in Italia alimentata dalle alte temperature. L’ennesimo polverone si alza nel Casertano. Trentadue Provincie più il capoluogo sono rimaste senza acqua durante tutta la giornata del 5 Agosto. Per questo motivo, è intervenuta l’organizzazione provinciale Fratelli d’Italia. Non si è certi se la causa possa essere attribuita ad una cattiva gestione della manutenzione, o se sia stato un caso fortuito.

Resta comunque il fatto che la vicenda, oltre che a rendere ancora più complicata la lotta contro il caldo, ha recato danno economico alle attività situate nelle 32 province e nel capoluogo. Parliamo di bar, parrucchieri, pizzerie, ristoranti e in generale le attività che hanno bisogno di acqua per portare avanti la routine giornaliera (quasi tutte, praticamente).

In merito a ciò, l’organizzazione provinciale Fratelli d’Italia di Caserta ha messo a disposizione un pool di avvocati per tutti coloro che sono stati danneggiati economicamente dalla Crisi idrica.

Prima però, come chiarito da Claudio Ursomando, responsabile del FdI, sarà necessario fare luce sulla questione. Infatti, bisogna capire se la Crisi idrica è frutto di un caso fortuito, oppure se dietro a tutto questo c’è la negligenza della Regione Campania che ha praticato una cattiva gestione della manutenzione.

Se verrà confermato quest’ultimo caso (e ci sono alte probabilità che venga confermato), Fratelli d’Italia insieme agli avvocati messi a disposizione si impegnerà a far ottenere un risarcimento a tutte le attività con gravi perdite economiche.

Conclude Ursomando specificando che una parte della colpa (per quanto riguarda il capoluogo) va attribuita all’amministrazione poiché, nonostante la protezione civile sia venuta a conoscenza del disagio la sera prima, i cittadini sono stati avvertiti nella tarda mattinata, quando ormai non si poteva più adottare qualsiasi tipo di prevenzione.