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Crisi idrica, ecco il piano per salvare Roma

Crisi idrica

Zingaretti in pressing sull'Acea: si può compensare l'apporto di Bracciano e aspettare che ad agosto la città si svuoti.

Crisi idrica, Roma in ginocchio e alla ricerca tempestiva di una soluzione che possa risolvere il problema in un periodo così difficile come quello estivo. Dopo le varie minacce sull’ipotetico razionamento per un milione e mezzo di romani, è giunta l’ora delle trattative. I pontieri di questa battaglia dell’acqua su Roma si sono già messi al lavoro. Da un lato i tecnici della Regione, dall’altra Acea, la multiutility della quale il Comune di Roma è socio al 51 per cento.

Lo stop al prelievo dal lago di Bracciano, impone di trovare una alternativa. Il blocco deciso dalla Regione dopo le diffide dei comuni del comprensorio del lag,o ha provocato l’immediata risposta di Acea: rubinetti a secco per otto ore. Ovviamente, la Regione lavora già a un piano B nell’intento di risolvere quanto prima il problema. Infatti, è stata avanzata l’ipotesi di innalzare i prelievi dalle altre quattro fonti che servono la Capitale. Per arrivare ai primi di agosto, quando il fabbisogno cala e, si spera, le precipitazioni riporteranno le riserve in sicurezza.

Ora tocca all’ Acea prendere una decisione in merito, nella speranza di risolvere quanto prima la crisi idrica della capitale.