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Crollo Genova, funerali di Stato per 18 vittime

Genova, funerali di Stato per 18 vittime

"Non posso biasimare" chi ha scelto il funerale privato, ha commentato Di Maio. Bagnasco parla di una scelta che "fa pensare chi di dovere".

Sarà il cardinale Angelo Bagnasco a celebrare i funerali di Stato per le vittime di Genova. Tutte le più alte cariche dello Stato saranno presenti, primo fra tutti il Presidente Sergio Mattarella. Ma solo le famiglie di 18 vittime hanno accettato di prendere parte alle esequie, ovvero circa la metà delle persone che hanno perso la vita nella tragedia del ponte Morandi. Una scelta che merita “tutto il rispetto”, ha dichiarato il cardinale Bagnasco, e che “certamente farà pensare chi di dovere”.

Genova, le critiche alla politica

Sono molti i familiari delle vittime che hanno optato per un funerale privato, nel proprio Comune di residenza. “Non posso biasimarli”, ha commentato il vicepremier Di Maio, perché “lo Stato, invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti”. Secondo il padre cappuccino Mauro Brezzo, in prima linea negli ospedali genovesi dal momento del crollo, la scelta è da ricondurre anche al fatto che “tanti non vogliono fare la passerella, e li capisco”. Non mancano le critiche per i soldi spesi dai politici per raggiungere Genova e che, invece, sarebbe stato meglio donare “a questa povera gente”.

Don Massimiliano Moretti parla di “disaffezione verso la politica“, un fatto non nuovo ma che deve essere “un campanello d’allarme forte e chiaro” che il governo non può e non deve ignorare. I politici non devono “continuare a fare campagna elettorale”, ma piuttosto “riprendere in mano il governo del Paese”.

“Mio figlio è stato ammazzato”

A parlare è Roberto Battiloro, padre di Giovanni, il 29 enne di Torre del Greco che ha perso la vita insieme a tre amici. “Lo Stato non ha tutelato i suoi cittadini”, è l’accusa del genitore. Giovanni non è stato vittima del destino ma di chi “non ha pensato che su quel ponte potevano esserci i figli di gente oggi disperata”. La stessa idea è ribadita con forza sullo striscione, subito rimosso, che campeggiava sul casello autostradale del comune campano: “Non è stato il fato ma lo Stato“. Anche il cardinale Crescienzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha parlato di “negligenza” da parte del governo.