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Crollo ponte Morandi, Luca Bizzarri: so che nessuno pagherà

Luca Bizzarri

Luca Bizzarri si lascia andare allo sconforto dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. L'attore poi denuncia: "Troppi i colpevoli, nessuno pagherà".

Anche Luca Bizzarri, genovese doc, è rimasto sconvolto per il crollo del ponte Morandi che ha causato 39 morti. Prima di tutto l’attore si è preoccupato dei suoi allievi del Centro di formazione artistica da lui fondato, chiedendo a tutti di fargli sapere se stavano bene. In vari post sui social Bizzarri, del duo “Luca e Paolo”, si lascia poi andare allo sconforto e denuncia: “Tanto so già che non pagherà nessuno”.

Luca Bizzarri preoccupato per i suoi allievi

“Tutto lo staff del CFA si stringe attorno alle famiglie e alle vittime coinvolte nella tragedia che ha sconvolto la nostra città oggi. Allievi, dateci vostre notizie. Fateci sapere se state tutti bene” si legge sull’account ufficiale del Centro di formazione artistica di Luca Bizzarri, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, che ha causato 39 morti e una ventina di feriti.

L’attore, componente con Paolo Kessisoglu del duo “Luca e Paolo”, è rimasto infatti “senza parole” dopo aver appreso del disastro. “Per Genova è una tragedia immane” scrive infatti su Twitter. “Sarà davvero difficile, per la città, riprendersi da questo disastro. – aggiunge – Ci aspettano lacrime e, dopo le lacrime, tempi duri e difficili. Servirà la buona volontà e l’aiuto di tutti. Forza Genova, forza città mia”.

“Troppi colpevoli, non pagherà nessuno”

In un successivo post, Luca Bizzarri commenta poi le parole del sindaco di Genova Marco Bucci il quale, dopo il crollo del ponte Morandi, ha assicurato che “la città non è in ginocchio” “E’ giusto che lo dica. – sottolinea l’attore – Io però lo sono. Lo sono da oggi, da quando mi è arrivato il primo messaggio, da quando ho capito. Lo sono perché stasera a Genova c’è silenzio, perché non so cosa fare, dove stare. Sono in ginocchio perché su quel ponte, attraverso di lui, ho lasciato mille volte casa e mille volte sono tornato. L’ultima ieri sera”.

Ma soprattutto Bizzarri specifica di essere “in ginocchio perché – chiarisce – leggo lacrime, accuse, e ‘pagheranno tutti caro’ e so già che non pagherà nessuno semplicemente perché i colpevoli sono tanti, sono troppi”.

“E allora resto in ginocchio, per un po’, e sono felice che ci sia chi mi dice di rialzarmi subito. Ma ci resto, perché se prendi un pugno così forte fai bene a stare un po’ giù, a riordinare le idee. – spiega – Resto giù, in ginocchio, perché ho un’idea che mi gira in testa che sicuramente è sbagliata, dettata dallo sconforto, dalla tristezza”. “Ci rialzeremo. Non saremo meglio, saremo così” conclude quindi.

Politici sciacalli

Nella giornata di ieri Luca Bizzarri via Instagram torna a riflettere su quanto avvenuto. “C’è una particolarità del mio mestiere che mi permetterebbe di recitare qualsiasi cosa, anche in giornate come oggi (e chissà quanto ce ne sarebbe bisogno) ma non di scrivere” precisa. “Questo mese lo avevo dedicato, ne parlo al passato ma spero cambino le cose, a finire di scrivere una cosa che mi girava in testa da anni.
Chiuso in casa. – confessa infatti – Ma per raccontare e far sorridere, per prendere in giro se stessi e gli altri c’è bisogno, almeno per me, di non avere lividi recenti“.

“In più scrivere al computer ti presenta costantemente la tentazione di andare a guardare, di vedere altre cose, e oggi è la giornata peggiore perché chiunque voglia approfittare della situazione per consolidare consensi, per ottenerne di nuovi, per acquistare visibilità, oggi tutti dicono la loro, la sparano grossa, promettono manette, fanno i nomi dei colpevoli, approfittano della rabbia delle persone, cavalcando il loro dolore” polemizza.

Bizzarri, citando il fumettista Andrea Pazienza, avverte infatti come ci sia “gente che si approfitta della vostra debolezza per passare un colpo di spugna su un milione di frasi”. “E allora non scrivo, oggi, conto le battute sperando di arrivare a quattromila solo per avere la coscienza pulita, ma non ci arriverò. – conclude – Perché poi scrivo qui. Perché la giornata passi. Perché poi ad un certo punto ho preso la Vespa e sono andato a vedere, e forse avrei fatto meglio a non farlo”.