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Udine: morto per West Nile. E' il terzo in un mese

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Un uomo è deceduto a Udine dopo aver contratto il virus West Nile. E' il terzo caso in Veneto in meno di un mese ma non serve fare allarmismo.

L’ultima vittima della febbre del Nilo è un uomo di 58 anni. Era ricoverato in terapia intensiva. In Veneto è stata creata una Commissione permanente per monitorare il fenomeno. Il direttore della clinica ha assicurato che non c’è motivo di allarmarsi per un’epidemia.

West Nile, non serve fare allarmismo

L’uomo, residente a Codroipo, era ricoverato da una decina di giorni nel reparto di terapia intensiva. La causa della morte è il virus del West Nile, la cosiddetta febbre del Nilo. Le condizioni dell’uomo sono apparse gravi sin da subito. Queste le parole di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’azienda sanitaria universitaria integrata di Udine: “gli abbiamo diagnosticato una meningite da West Nile e soffriva di una forma di immunodeficienza, di conseguenza non si è mai ripreso nonostante sia stato fatto il possibile”. Per Bassetti quindi non c’è motivo di allarmarsi, anche se i casi confermati sono numerosi. Si tratta infatti del terzo caso in Friuli in meno di un mese, ma è il primo a Udine. Gli altri due decessi sono avvenuti rispettivamente a Latisana e Prata di Pordenone.

West Nile, insediata la Commissione permanente

La Commissione si è insediata a Venezia, dopo la convocazione dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. Il compito sarà quello di rafforzare e monitorare le attività di tutti coloro i quali sono coinvolti a vario titolo nel fenomeno del West Nile in Veneto. La Commissione è composta da tecnici della Direzione regionale prevenzione, dell’Istituto zooprofilattico di Legnaro (Padova), dell’Istituto superiore di sanità, delle Ulss e dei Consorzi di bonifica. Presente anche una rappresentanza dei Comuni. La Regione Veneto inoltre ha stanziato, nell’estate 2018, 500 mila euro da destinare a un piano di disinfestazione straordinaria. Attualmente i casi di West Nile confermati in Veneto sono 211. Il dato è quindi in aumento rispetto all’ultimo report che ne contava 197. Dei 211 casi, 152 riportano sintomatologia leggera, mentre 59 sono già nella fase più grave, quella neuroinvasiva.