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Milano, muro a Rogoredo: chiuse le vie di fuga ai pusher

muro Rogoredo

Ultimi ritocchi al muro eretto nel "boschetto della droga" di Rogoredo. La barriera forse servirà per ridurre lo spaccio, ma non gli eroinomani.

E’ ormai praticamente completato il muro anti-spaccio eretto nei pressi del “boschetto della droga” di Rogoredo, a Milano. Una barriera alta 4 metri e lunga 600 pensata per impedire agli spacciatori di scappare durante i blitz delle forze dell’ordine. Ma non sarà il muro però ad arginare il problema della tossicodipendenza da eroina.

Il muro contro lo spaccio di eroina

“Proseguiamo con le attività di repressione della forza pubblica e di recupero ma siamo arrivati al punto che serve un intervento socio-sanitario massiccio da parte degli operatori che si occupano della lotta alla dipendenza” ammette il vicesindaco di Milano e Assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo. Nella mattinata di ieri, martedì 9 ottobre 2018, nel “boschetto della droga” di Rogoredo c’è stato infatti un sopralluogo della Commissione Sicurezza del Comune, per parlare del piano Italia Nostra.

E’ in via di completamento infatti il muro alto 4 metro e lungo 600 metri eretto in via Orwell, che sbuca davanti a un deposito delle Ferrovie. Chi vi accede fa un (brutto) tuffo nel passato, quello degli anni Ottanta. In quella stradina infatti c’è un continuo via vai di eroinomani, molti dei quali giovanissimi. Per cercare di arginare il fenomeno ed evitare la facile fuga degli spacciatori durante i blitz delle forze dell’ordine è stato realizzato il muro, ma difficilmente questa barriera anti-spaccio risolverà il problema.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini a fine settembre si era detto favorevole a un intervento definitivo per mettere in sicurezza la zona. Ma per riqualificare l’area serve lavoro, volontà e occupazione del territorio. Ecco perché forse l’idea vincente potrebbe essere quella del consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico che ha proposto di “fare come vent’anni fa fu fatto al Parco delle Cave”. “Far insediare nel Parco – sottolinea – delle associazioni che possano creare attività continue per i quartieri del Sud-Est Milano”. Ma anche per fare questo oltre che energie servono fondi.