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Strage bus nella scarpata: chiesti 10 anni per Ad Autostrade

Strage bus nella scarpata: chiesti 10 anni per Ad Autostrade

Sono stati chiesti 10 anni di reclusione per i dirigenti di Autostrade, tra cui anche l'Ad Giovanni Castellucci, per la strage di Acqualonga.

“Richiesta sconcertante”. Il legale di Giovanni Castellucci si dice contrariato dalla richiesta di 10 anni di reclusione per il suo cliente. L’Amministratore delegato di Autostrade sarebbe accusato di omicidio colposo insieme ad altri dirigenti della società. In sede di processo, il procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo avrebbe chiesto ai giudici una “sentenza giusta” per la strage dell’autobus precipitato dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, in cui hanno perso la vita 40 persone.

“Sentenza giusta”

Nulla di tutto questo sarebbe accaduto se Autostrade avesse compiuto il suo dovere. Sarebbe suonata così la dichiarazione del procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, nei confronti della società di Autostrade. Nell’occhio del ciclone che ha colpito l’azienda di Benetton ci sarebbe il suo Amministratore delegato, Giovanni Castellucci. Per lui e per un manipolo di dirigenti dell’azienda, il procuratore capo avrebbe avanzato la richiesta di ben 10 anni di reclusione.

Oggetto del contendere è la “strage di Aqualonga”: il 28 luglio 2013, un autobus ha viaggiato sul viadotto della A16 Napoli-Canosa. Il veicolo aveva cominciato una corsa impazzita, dovuta alla rottura del sistema frenante. Il pulmino si è schiantato contro le barriere del viadotto, che non hanno retto all’impatto. Quest’ultimo un fatto di per sé strano, hanno commentato i giudici, dal momento che – se fossero state mantenute in perfette condizioni – le barriere avrebbero dovuto reggere il colpo.

“Richiesta sconcertante”

Per il legale della società, la richiesta di 10 anni di reclusione sarebbe priva di fondamento. Come riporta il Fatto Quotidiano, gli avvocati di Autostrade sostengono che le accuse sarebbero prive di dati scientifici. In particolare, il legale Giorgio Perroni ha dichiarato che “Si contesta ad esempio alle strutture tecniche della società di aver mantenuto sul ponte Acqualonga barriere che pure rispondono ai più elevati standard di contenimento a livello internazionale, verificati non più tardi del 2015 e confermati dagli stessi periti dell’accusa, sulla base di vizi solo di tipo amministrativo”.

Perroni ha poi aggiunto che “La decisione contestata si inserisce peraltro all’interno di un progetto di riqualifica delle barriere stesse, deciso su base volontaria da Autostrade per l’Italia, per il quale la società aveva messo a disposizione dei progettisti ben 150 milioni di euro“.