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Caso Yara, "Bossetti innocente, indagare su altre persone"

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Ci sono diversi indizi che portano a ritenere altre persone coinvolte nella morte di Yara Gambirasio. E' quanto sostiene lo scrittore Carlo Infanti.

Attesa per oggi, venerdì 12 ottobre, la sentenza della Cassazione sul caso di Yara Gambirasio. Condannato in primo e secondo grado all’ergastolo Massimo Bossetti, ma c’è chi crede alla sua innocenza. I sui difensori sperano in un rinvio in Appello per ripetere l’esame del DNA. Lo scrittore Carlo Infanti sostiene invece che su altre persone pesano più “indizi” rispetto a quelli che hanno messo alla sbarra il muratore di Mapello.

Bossetti: DNA è solo un indizio

“Ci sono delle persone che hanno 21 indizi convergenti e concordanti e Massimo Bossetti ne ha uno solo. C’è chi la sera della sparizione di Yara Gambirasio, il 26 febbraio 2011, già lo sapeva prima che la famiglia lo denunciasse alle autorità. Secondo me a compiere l’atto omicidiario è stata una persona vicina al mondo di Yara ed è stata aiutata da altre persone. Io mi baso sugli atti” afferma Carlo Infanti, autore del libro “In nome del popolo italiano”. Lo scrittore viene intervistato da Barbara d’Urso proprio il giorno prima dell’attesa sentenza della Cassazione sull’omicidio di Yara Gambirasio.

Prevista per oggi infatti la decisione dei giudici della suprema corte, che potrebbero condannare in via definitiva all’ergastolo il muratore di Mapello. Tra le altre opzioni in campo però anche l’annullamento della condanna senza rinvio oppure il rinvio in Appello. In quest’ultimo caso, si riaprirebbe un nuovo processo. Finora però Massimo Bossetti è sempre stato l’unico indagato per la morte di Yara. Carlo Infanti però è tra quelle persone che considerano la prova del DNA non così schiacciante come reputato finora da Procura e giudici. “Quel DNA ha diverse carenze. – chiarisce – Io spero che la sentenza della Cassazione sia dignitosa al di là di ogni ragionevole dubbio“.

“Ho molta fiducia e speranza nella Cassazione e mi auguro, con tutto me stesso, che mi venga concessa la ripetizione sul DNA, perché se solo, per l’ennesima volta, mi venisse negata, sarebbe una disumana, ingiusta, ulteriore crudeltà, visto che da anni insistentemente, non ho mai smesso di implorare supplicando nel ripetere la stessa cosa” aggiunge quindi Claudio Salvagni, avvocato difensore di Bossetti. “È l’unica cosa che da anni chiedo e niente più. – ribadisce – Siamo o no tutti alla ricerca della ‘Verità’? Allora che mi venga concessa, perché lo si deve a Yara e anche a tutti noi che abbiamo trepidato per la sua sorte”.