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Belluno, niente fossa per suocera: genero scava al cimitero

Belluno

Nel cimitero di Mussoi di Selce, nel bellunese, manca la fossa per seppellire la bara della 79enne Bruna Rossa. Il genero la scava con le sue mani

Il cimitero è il luogo della memoria, individuale e collettiva. E’ il luogo in cui la cittadinanza può strutturare la propria identità storica e in cui poter ritrovare le proprie radici, tra rispetto, contemplazione e commemorazione. Le tombe permettono la condivisione e la conservazione del ricordo materiale e tangibile, insieme a profondi valori e significati condivisi. Tuttavia, in un luogo tanto sacro aleggia il rischio di una trascuratezza e di un’inefficienza nel servizio. L’intenzione è quella di valorizzare e focalizzare l’attenzione sulle esigenze della cittadinanza. A Belluno un episodio di massima inadempienza ha coinvolto una povera defunta di 79 anni.

Mancata sepoltura a Belluno

Si tratta di Bruna Rossa, scomparsa alla vigilia degli ottant’anni. Le celebrazioni del suo funerale sono avvenute nel pomeriggio di sabato 13 ottobre 2018. Il sacerdote e i parenti hanno accompagnato la bara alla chiesa di Mussoi di Selce, nella provincia bellunese. Tuttavia, un imprevisto sgradito ha reso ancora più dolorosa la calda giornata autunnale. La fossa non era pronta: la sepoltura era quindi impossibile.

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Nello spazio destinato alla buca, infatti, era posizionato un sacco di ghiaia e nessuno voleva prendersi la responsabilità di romperlo. Così a intervenire è stato il genero della defunta. Con la vanga ha provveduto lui stesso a scavare la fossa per la suocera. Qualora l’uomo non avesse preso provvedimenti, l’unica soluzione sarebbe stata quella di lasciare la salma nella chiesetta del cimitero fino a lunedì 15 ottobre. “Non potevo pensare di tornare a casa con mia moglie disperata senza dare degna sepoltura a sua mamma: mi sono preso io la responsabilità e ho rotto il sacco”. E’ stato questo il racconto del genero della defunta, Paolo Cumerlato.