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Torino, donna tormenta i vicini: condannata

Torino, donna tormenta i vicini: condannata

Una donna di 57 anni è stata condannata a 2 anni e 1 mese di reclusione per atti persecutori ai danni dei suoi vicini, originari del Marocco.

Condannata per aver “tormentato” i vicini originari del Marocco. Una donna di 57 anni, torinese, è finita al banco degli imputati per aver reso impossibile la vita dei suoi vicini di casa, “colpevoli”, secondo la ricostruzione esposta in sede processuale, di essere stranieri. La donna dovrà scontare 2 anni e 1 mese di reclusione per atti persecutori.

“Marocchini bastardi, andate via”

L’elenco degli atti persecutori si presenta lungo. Secondo quanto raccolto in sede di indagine, la 57 enne avrebbe nominato il suo cane con lo stesso nome della bimba dei vicini, così da insultarla implicitamente quando si arrabbiava col cane. I vicini hanno raccontato che quando si trattava del bambino, invece, la 57 enne diventava molto più esplicita: infatti, come riporta anche il Corriere della Sera, la donna era solita salutare il bimbo portandosi il pollice alla gola, “A voler simulare uno sgozzamento“.

Come se non fosse stato abbastanza per impaurire il bimbo, la donna gli avrebbe detto anche: “Hai bisogno di una lezione, sei mezzo bambino e mezzo diavolo, siete uno peggio dell’altro”. I genitori, per incontrarla, avevano tentato di tutto: per portare i sacchi della spesa in casa, per esempio, avevano deciso di lasciarli in macchina, così da portarli dentro di notte, quando la vicina era ormai a letto a dormire.

Alle volte, la torinese “Usciva sul ballatoio portando con sé un vaso contenente incensi, un rosario e la foto di un santone simulando un maleficio verso l’abitazione della famiglia”.

Le condanne precedenti

La condanna a 2 anni e 1 mese di reclusione non è una novità per la donna. Nel 2013, per i medesimi comportamenti contro i vicini, si è beccata ben 2 anni e 6 mesi di reclusione. Per la famiglia nordafricana sembrava che l’incubo fosse finito, ma la 57 enne, rientrata dal carcere, è tornata alla carica, fino a una nuova condanna.

Ora che la donna è stata allontanata di nuovo dall’abitazione, la famiglia spera di ritrovare un po’ della pace perduta a causa degli atti persecutori.