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Palermo, aggressione a Stefania Petyx: sgomberato lo stabile

Sgomberato a Palermo lo stabile dell'aggressione a Stefania Petyx

Sgomberato il palazzo in via Savagnone 3 a Palermo dove l'inviata di Striscia la Notizia è stata aggredita. Soddisfatto il ministro Salvini.

Sgomberato lo stabile di via Giuseppe Savagnone 3, nel quartiere Noce di Palermo. Un grande numero di agenti di polizia, Carabinieri e vigili urbani ha provveduto ad allontanare gli abusivi che da giugno occupano l’immobile, un tempo sede degli uffici dell’Asp di Palermo e in seguito riconvertito in abitazioni. Le operazioni di sgombero sono avvenute senza scontri e gli abusivi si sono allontanati pacificamente dalle case. Le famiglie, però, hanno chiesto la clemenza delle istituzioni e in particolare hanno lanciato un appello al sindaco Orlando: “Abbiamo dato l’anima, sacrificandoci a costruire, alzare muri, dare dei tetti ai nostri figli. Ci sono minori e donne incinte e non sappiamo dove andare“.

Salvini “Giustizia è stata fatta”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha espresso soddisfazione per lo sgombero palermitano. “Come promesso giustizia è stata fatta. Grazie a tutti, a partire dalle forze dell’ordine”, ha commentato il vicepremier. “Pochi giorni fa in un immobile comunale a Palermo, gli inquilini abusivi hanno aggredito Stefania Petyx di Striscia la Notizia. Le era già successa una cosa simile a Catania. Nel servizio abbiamo visto di tutto. Spintoni, minacce, mani addosso. Lei che cade dalle scale, l’operatore messo in fuga, perfino il cane bassotto in pericolo. Questa gentaglia va cacciata“. Subito dopo l’accaduto, il ministro ha annunciato un incontro del comitato per l’ordine e la sicurezza per decidere lo sgombero.

Il post di Salvini

“Dobbiamo essere turchi per avere una casa”

Maurizio Puleo, uno degli occupanti, spiega che non tutti gli abusivi hanno comportamenti violenti come gli aggressori della Petyx. “Noi non siamo come loro“, assicura. “Chiediamo aiuto, il sindaco ci aiuti, abbiamo 23 bambini e se perdiamo questa casa non sappiamo dove andare. Non abbiamo lavoro. Sappiamo che siamo abusivi e in torto, vogliamo parlare con educazione. Chiediamo scusa per quello che hanno fatto di fronte. Dobbiamo essere ‘turchi’ per avere una casa, se eravamo neri a quest’ora eravamo sistemati”.