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Genova, uccise il marito che la picchiava: assolta

legittima difesa

Assolta la 40enne ballerina brasiliana che nel 2017 uccise con 12 coltellate il marito a Campasso. Per il gup fu legittima difesa.

Assolta Alessia Mendes, la 40enne ballerina di origini brasiliane che nel giugno 2017 aveva ucciso con dodici coltellate il marito Alessio Rossi. Per il gup si è trattato infatti di legittima difesa. Probabile che la Procura di Genova presenterà ricorso perché, spiega il pm, “non basta avere subito maltrattamenti per giustificare un delitto”.

Accoltella il marito: è legittima difesa

“Ho creduto sin da subito nell’innocenza della mia assistita e fondamentale è stata la Bpa, la Bloodstain Pattern Analisys. Abbiamo ricostruito la scena del crimine tramite l’analisi delle tracce di sangue. La scena parla e quello che dice spesso è oggettivo. Io credo sia la prima volta che a Genova venga usata una consulenza di questo tipo” commenta entusiasta l’avvocato Rachele De Stefanis. Il giudice per l’udienza preliminare ha infatti assolto Alessia Mendes, che nel giugno 2017 uccise a Campasso il marito 35enne Alessio Rossi. La 40enne ballerina di origini brasiliane aveva colpito l’uomo con dodici fendenti e subito dopo si era barricata in casa minacciando il suicidio.

Solo il pronto intervento delle forze dell’ordine hanno evitato una seconda tragedia, e dopo alcune ore di trattative Alessia Mendes si è arresa ed è stata arrestata. La Procura chiedeva una condanna a 16 anni di carcere, invece il gup ha accolto la tesi della difesa ritenendo che la 40enne abbia agito per legittima difesa. Fin da subito Alessia Mendes aveva infatti raccontato agli inquirenti che il marito, il giorno dell’omicidio, la stava picchiando. Violenze che la donna aveva già denunciato in passato, tanto che erano stati presentati due esposti contro Alessio Rossi per maltrattamenti e lesioni.

“Lui mi picchiava sempre” avrebbe infatti raccontato la ballerina ai poliziotti al momento dell’arresto. Il procuratore di Genova Francesco Cozzi annuncia però che con ogni probabilità verrà presentato ricorso dopo la lettura delle motivazioni della sentenza. “La legittima difesa – puntualizza infatti il pm – deve essere attuale. E non basta avere subito maltrattamenti per giustificare un delitto. La vicenda poi non è così lineare, visto che la vittima è stata uccisa con dodici coltellate”.