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Parma, arrestato sindaco di Polesine Zibello

andrea censi

Andrea Censi, sindaco di Polesine Zibello, è stato arrestato per corruzione. Accusato inoltre di truffa, falso e peculato.

Andrea Censi, sindaco di Polesine Zibello, è stato arrestato. Il primo cittadino della paese della bassa parmense era stato eletto sindaco nel 2016. L’accusa a suo carico è di corruzione.

Arrestato il sindaco Censi

Il sindaco di Polesine Zibello è stato arrestato all’alba del 23 ottobre. Ex Pd, poi candidato alle liste civiche, Andrea Censi, 44 anni, era stato eletto sindaco nel 2016. L’arresto è stato compiuto dai Carabinieri di Parma, e fa seguito ad un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Parma. Dalle prime informazioni sembra ci fosse “un sistema di gestione della cosa pubblica, assolutamente asservito agli interessi privatistici del sindaco”. I reati contestatigli sono: corruzione, falso, truffa e peculato.

Indagato per corruzione anche un noto imprenditore avicolo della zona, agevolato, dietro il pagamento di una cospicua somma di denaro, nelle opere di ampliamento del suo allevamento.

Le indagini dei Carabinieri hanno portato alla luce decine di delibere della giunta municipale falsificate. Risultato truccato anche il concorso pubblico per l’assunzione di uno degli alti dirigenti del comune.

Sequestrati decine di migliaia di euro, presso vari istituti di credito delle province di Parma e Piacenza.

La carriera di Andrea Censi

Nel 2004 Censi viene eletto per la prima volta sindaco a Polesine Parmense, venendo riconfermato anche nel 2009. Poi, nel 2014 si candida alla poltrona di sindaco di Zibello dove vince con il 59,9%. Nel 2015 trionfa anche al referendum confermativo per la fusione dei comuni di Polesine Parmense e Zibello. Il 5 giugno 2016 viene quindi eletto primo cittadino del neonato comune di Polesine Zibello.

Censi, tuttavia, non è nuovo alle vicende giudiziarie. Era già stato coinvolto in alcune vicende legate alle sostanze stupefacenti. Censi riveste anche il ruolo di consigliere provinciale. Proprio il giorno precedente all’arresto, nell’ultima riunione di mandato, si era detto pronto a ricandidarsi nella lista Provincia Democratica Riformista.