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Yara, parla la moglie di Bossetti: Massimo è innocente

Marita Comi

Marita Comi crede nell'innocenza del marito Massimo Bossetti, e spera nel ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Nonostante l’ergastolo inflitto anche in Cassazione, Marita Comi continua a credere che non sia stato il marito Massimo Bossetti ad uccidere Yara Gambirasio. “Lo conosco da quando eravamo ragazzi e so che non mente” puntualizza. Gli avvocati del muratore di Mapello sono pronti a ricorrere alla “Corte europea e far causa allo Stato italiano”.

“Bossetti non mente”

“Massimo è innocente, ed è quello che ripeto ai nostri figli. Nonostante questa ultima bastonata vado avanti. Non smetterò mai di lottare per la verità. Io ho dei bambini che stanno crescendo e se non fossi convinta della sua innocenza non sarei certo rimasto con lui” chiarisce Marita Comi. Anche se Massimo Bossetti è stato condannato in via definitiva all’ergastolo perché ritenuto il responsabile dell’omicidio di Yara Gambirasio, Marita continua a credere nell’innocenza del marito.

“Lo conosco da quando eravamo ragazzi e so che non mente” chiarisce infatti la donna, in un’intervista a Liberoquotidiano.it. Marita Comi ha sperato fino all’ultimo che i giudici di Cassazione concedessero, come più volte richiesto dai legali di Bossetti, “una superperizia” affinché fosse data al muratore di Mapello “la possibilità di ripetere la prova del DNA“. “Invece nulla” commenta affranta la moglie di Bossetti, la quale assicura però che “finché c’è una piccola speranza combattiamo”.

Gli avvocati di Massimo Bossetti infatti sembrano propensi a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, esattamente come hanno fatto i legali di Sabrina Misseri e Cosima Serranno, condannate all’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi. “Il diritto alla difesa in questo caso è stato leso” precisa infatti l’avvocato Claudio Salvagni. “Bisogna prendere atto che c’è un elemento del DNA che non torna ed ha lo stesso valore del nucleare: – aggiunge – non è stata data spiegazione scientifica, ribadendo che interessava solo il nucleare e non il risultato del mitocondriale”. “Massimo è innocente, io lo so non solo perché abbiamo passato una vita insieme, ma anche perché alla fine non ci sono elementi che dimostrano la sua colpevolezza” ribadisce infatti Marita.